L’esperienza dell’atleta handbike Vito Lascaro incanta i bambini della scuola Puricelli
I bambini “rapiti” dai suoi racconti hanno posto moltissime domande sia sul suo modo di vivere quotidiano dopo l’incidente, sia sul suo rapporto con lo sport
Martedì 8 marzo i bambini e i docenti della scuola primaria B.G Puricelli, facente parte dell’istituto comprensivo “Pertini” di Busto Arsizio, hanno avuto il piacere di incontrare un concittadino, Vito Lascaro, atleta della società varesina Polha, sul tema disabilità e sport.
È stato un incontro molto toccante durante il quale Vito ha raccontato ai bambini le ragioni della sua disabilità e come, durante la lunga degenza in ospedale, sia venuto a conoscenza dei vari sport per persone diversamente abili. In particolare, essendo già amante del ciclismo, si è subito appassionato all’ handbike e con grande impegno, spirito di sacrificio e caparbietà, ha iniziato ad allenarsi costantemente per gareggiare.
Dopo un anno di duro lavoro ( Vito si allena sei giorni alla settimana dalle due alle quattro ore al giorno su strada, in particolare nella zona del lago Maggiore), e dopo aver disputato diverse gare sul territorio nazionale, ora si sta preparando per il Giro d’Italia che inizierà Domenica 3 aprile 2016 a Crema.
È interessante sapere che la seconda tappa del Giro partirà da Castellanza Domenica 10 aprile 2016 , alle ore 10,30 dalla via Testori.
Come racconta l’insegnante Marina Rolfi, I bambini “rapiti” dai suoi racconti, hanno posto moltissime domande sia sul suo modo di vivere quotidiano dopo l’incidente, sia sul suo rapporto con lo sport che, come ha sottolineato Vito, è stato uno strumento importante per superare la difficile situazione in cui si è trovato a vivere da un giorno all’altro.
Vito, ha risposto con entusiasmo a ogni domanda e in particolare ha posto l’accento su come qualsiasi persona che coltivi un sogno, sia tenuta a lottare per raggiungerlo, con tanto sacrificio, senza cercare scappatoie, o scorciatoie. L’ importante è puntare in alto, consapevoli delle cose che si sanno fare: pensare a ciò che non si sa o non si può fare è inutile e limitante.
Per lui è così, e in questa salita un ruolo fondamentale lo ha la sua famiglia: la moglie Susanna e le figlie Alena e Naomi che costantemente lo supportano, lo sostengono, credono in lui e soprattutto lo amano infinitamente.
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