Medico legale conferma: Paolo é morto per la caduta
Il magistrato ha fatto esaminare la salma del ragazzo precipitato in Val Grande
Un esame esterno della salma e un prelievo ematico per capire se avesse assunto sostanze: é questa, allo stato dei fatti, la decisione della procura di Verbania che indaga sulla scomparsa e la morte di Paolo Rindi, il ventenne di Varese ritrovato in un canalone in Val Grande nella giornata di ieri dopo la scomparsa del 31 gennaio.
La famiglia del ragazzo, assistita dall’avvocato Alberto Zanzi, aveva seguito nei giorni scorsi l’evolversi delle ricerche. E anche su consiglio della magistratura, aveva sollecitato per una riapertura delle battute di caccia proprio in Val Grande, dove al primo giorno di pattugliamenti è stato avvistato il corpo in un falso sentiero nei boschi intorno a Cicogna, imboccato probabilmente per sbaglio.
Rimane da capire se l’ipotesi della scivolata mentre stava camminando sia confermata anche dagli esami medici. A quanto risulta all’avvocato della famiglia, i primi rilievi confermano che Paolo Rindi è morto per le ferite riportate durante la caduta nel canalone di un affluente del rio Pogallo in Val Grande.
Quanto ricostruito dai soccorritori dunque troverebbe conforto anche nell’esame del medico legale, che solamente in caso di particolari incongruenze con questa prima ipotesi procederà, su ordine del magistrato, a una vera e propria autopsia del corpo.
Paolo Rindi è stato ritrovato dentro un torrente, ma sulla linea di caduta dal sentiero all’acqua sono stati rinvenuti lo zaino, una giacca e i guanti. Nulla porta a pensare che possa esserci un mistero dietro la sua scivolata e caduta. Il corpo è stato recuperato ieri mattina con l’elisoccorso, e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Si attende la liberatoria per i funerali.
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