Scontro sui costi della lotta alla dispersione scolastica

Luigi Rutigliani, di Gallarate 9.9, critica le risorse giudicate eccessive del progetto "Don Milani 2". SEL difende il progetto che coinvolge Comune ed Exodus

Centro Exodus Villa Calderara Gallarate

Sul progetto di contrasto di dispersione scolastica è scontro tra Sel e Luigi Rutigliani di La Nostra Gallarate 9.9.

Nei giorni scorsi è comparso un post della Lega Nord, molto critico verso la presenza in città di Exodus e i rapporti con l’amministrazione comunale, che passano anche per una serie di progetti di rete (in particolare nel settore del sociale e dell’inserimento lavorativo). Il carroccio se la prende con Exodus «che ospita nella Provincia di Varese molti altri sedicenti profughi» e chiede: «quando ci fa vedere il proprio bilancio? Poi decideremo se stargli vicini o meno».

Sul tema è intervenuto anche il professor Luigi Rutigliani, uno dei referenti della lista civica La Nostra Gallarate 9.9, critico verso «i 45 mila euro per il “progetto don Milani2″», il progetto che ha la sua base a Villa Calderara (nella foto). «45.000eu dati direttamente dal Comune ad Exodus per seguire 9 ragazzi» dice Rutigliani. «Intanto continuiamo ad aver le scuole e i dirigenti che non trovano 1.500-2.000 euro per progetti molto più efficaci, fatti direttamente dagli insegnanti che conoscono i ragazzi e molto più estesi per seguire e aiutare i propri alunni […]. I genitori devono conoscere queste cose: “i soldi non ci sono”, non perchè mancano ma perchè vengano dati altrove e non alle scuole e ai nostri ragazzi».

Villa Calderara rinnovata

Di oggi la risposta molto diretta di Sinistra Ecologia e Libertà: «Che la Lega lombarda se la prenda con un progetto contro la dispersione scolastica non ci stupisce» scrive SEL. «Che a farlo sia un insegnante di religione, candidato in 9.9, ci lascia invece in po’ basiti. Al di là della campagna elettorale, per cui tutto è buono per avere una propria visibilità, ci stupisce che un insegnante giudichi eccessiva la spesa annuale di € 29.385, pari al 75% del costo previsto dal progetto, per interventi rivolti a studenti a rischio di abbandono scolastico». La critica è rivolta anche alla posizione di Rutigliani, che è docente di religione in un Istituto cittadino: «Ci stupisce anche se l’insegnante è di religione, cioè un prof che insegna nella scuola pubblica e che riceve soldi pubblici perché nominato, senza mai avere superato un concorso che ne dimostri le capacità, come i suoi colleghi hanno invece dovuto fare».

Sel difende il lavoro fatto fin qui, che è articolato e non passa solo dalle attività a Villa Calderara: «Con la spesa prevista è stata attivata una didattica integrativa a quella svolta in classe capace di tenere conto della conoscenza linguistica e didattica dello studente, oltre che del suo comportamento e delle sue capacità relazionali. Si sono quindi attivati percorsi individualizzati, sia sotto il profilo comportamentale sia didattico, per alunni difficilmente gestibili nel gruppo classe o già avviati all’abbandono scolastico per l’alto numero di assenze. Accanto alle ore extrascolastiche, si prevedono laboratori didattici per piccoli gruppi che si realizzano a scuola in spazi messi a disposizione dalla scuola stessa, per il recupero delle competenze di base. Contemporaneamente ci si rivolge ai genitori degli alunni coinvolti».

«Sono soldi spesi inutilmente? Anche a volere farne solo una questione economica, no» continua SEL. «Perché aiutare degli alunni che hanno abbandonato la scuola dell’obbligo, rimotivandoli allo studio e alla socialità, eviterà in futuro maggior spese per il loro sostegno. La prevenzione costa sempre meno. Ma dagli insegnanti ci aspettiamo un calcolo non meramente economico. E di fatti le scuole medie inferiori collaborano attivamente al progetto. Possiamo lasciare che il destino di ragazzini di 11-12 anni sia segnato, senza almeno provare a dare loro una possibilità diversa? No, per noi la risposta è secca» conclude SEL. «Perché anche questa attenzione ai giovani in difficoltà ci parla della Gallarate che vogliamo».

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Pubblicato il 21 Marzo 2016
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