Servizio civile col progetto Arca, 8 posti
C'è tempo fino al 20 aprile. Obiettivo: recupero dei senza dimora con problemi di dipendenze

“Al servizio di pronta accoglienza” è il progetto di Fondazione Progetto Arca cui sono destinati 8 posti di Servizio Civile a Milano, rivolti a ragazzi e ragazze tra i 18 e i 28 anni interessati a un’esperienza di cittadinanza attiva al servizio della comunità e delle persone più fragili.
Il progetto prevede per 12 mesi l’affiancamento alle equipe di educatori professionali di Progetto Arca nei due centri residenziali a Milano per persone senza dimora con problemi di dipendenza (in via degli Artigianelli e via Amantea). I giovani selezionati parteciperanno alla vita quotidiana del centro, oltre che all’organizzazione di attività educative e di svago fuori dalla struttura accompagnando gli ospiti ai servizi sul territorio.
C’è tempo fino al 20 aprile per iscriversi. Tutte le info su come candidarsi su: www.progettoarca.org/notizie/92-servizio-civile-in-progetto-arca-candidati.html
La storia di Progetto Arca nasce più di vent’anni fa proprio dall’area delle dipendenze, il primo ambito di intervento della fondazione. Da qui, negli anni, l’offerta è cresciuta molto e si è differenziata, ampliando il servizio di accoglienza e creando progetti di sostegno alimentare e housing sociale per famiglie e persone in difficoltà.
Alle persone senza dimora con problemi di dipendenza (da alcool, stupefacenti, gioco d’azzardo) Progetto Arca offre un ambiente protetto e accogliente, dove gli ospiti possono condividere con altri la propria vita e le proprie difficoltà, contando sulla presenza e il supporto H24 degli educatori della fondazione.
Il percorso di ogni ospite dura 90 giorni, in cui ognuno ha l’occasione di recuperare la quotidianità persa vivendo per strada (banalmente svegliandosi e mangiando alla stessa ora, guardando la televisione, cucinando) e di capire quindi che è possibile riprendere in mano la propria vita.
L’obiettivo ultimo è il reinserimento della persona in un programma riabilitativo definitivo, individuato sulla base della storia e dei bisogni individuali (ogni anno il 40% delle persone accolte chiede di intraprendere tale percorso di recupero all’interno delle comunità residenziali di accoglienza).
In particolare, il centro di via Artigianelli è stato aperto un anno fa sulla base di un progetto, interdisciplinare e a carattere partecipativo, di social design. Vivere in un luogo bello, ospitale, funzionale e ricco di contenuti simbolici dà senso alla convivenza e stimola la relazione, la persona recupera la fiducia in se stessa e il percorso di uscita dal disagio viene accelerato.
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