Sposavano marocchini per soldi, salgono a trenta le condanne
Sette anni al capo della banda che organizzava matrimoni tra maghrebini in cerca di un permesso di soggiorno e donne italiane bisognose di soldi. Condanne dai 2 ai 3 anni e 8 mesi per le spose
Il Giudice per l’udienza preliminare Patrizia Nobile ha condannato a 7 anni di carcere Iounes Marraki, considerato insieme al fratello Jamal ancora latitante in Francia, a capo della banda che organizzava matrimoni tra sposi marocchini interessati al permesso di soggiorno e spose italiane bisognose di soldi.
La vicenda, scoperta un anno fa dalla Procura di Busto Arsizio e dai carabinieri della Compagnia di piazza XXV Aprile, ha messo in luce un fenomeno molto esteso a Busto Arsizio e dintorni. Oltre trenta i matrimoni portati a termine dall’organizzazione che incassava dagli 8 ai 12 mila euro per ogni coppia portata davanti al pubblico ufficiale del Comune che ne sanciva l’unione.
IL SISTEMA – Due dei fratelli Marraki stavano in Marocco e cercavano connazionali pronti a spendere tra gli 8 e i 12 mila euro che volevano trasferirsi in Italia, gli altri due e il magnaghese Giuseppe Ciancio reclutavano donne della zona disposte a sposarsi per soldi, generalmente con problemi di droga, di soldi o con un forte disagio sociale. L’organizzazione pensava ai documenti, agli appartamenti per ottenere la residenza, agli abiti nuziali, al servizio fotografico, al pranzo e al bouquet per fare in modo che tutto facesse pensare ad un vero matrimonio ma si occupavano anche di contattare l’avvocato che avrebbe avviato la pratica di separazione dopo 40 giorni. Il guadagno per l’organizzazione era di circa 4 mila euro mentre le spose intascavano cifre attorno ai 3500 euro. Una volta celebrate le nozze, quindi, i freschi sposi avviavano in poco tempo le pratiche per la separazione.
Oltre al capo, condannato anche per traffico di sostanze stupefacenti (attività parallela e altrettanto redditizia del gruppo, ndr), sono stati condannati a pene tra i 2 anni e i 3 anni e 8 mesi altre cinque persone. Per altri 34 si terrà a breve udienza di rinvio a giudizio mentre ulteriori 8 hanno già scelto il patteggiamento. Sono dunque già 30 i condannati per questa vicenda e il conto potrebbe salire ad oltre 70.
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