“Boia chi molla”, 13 denunciati per commenti xenofobi
Indagine della Digos porta all'identificazione di alcuni utenti di facebook che hanno un po' esagerato

Inneggiare al fascismo, al razzismo e alla xenofobia sul web: un fatto che accede spessissimo, ma a volte diventa reato. La questura di Varese ha indagato su un gruppo chiuso di facebook chiamato Vessilli Neri boia chi molla, e con la procura di Varese è giunta a ipotizzare per 13 persone che partecipano alle discussioni online, i reati riguardano l’istigazione all’odio razziale.
I 13 denunciati hanno scritto diverse frasi nei commenti del gruppo e sono incappati in uno dei controlli che la questura effettua periodicamente per tenere d’occhio la violenza e i pericoli del web.
Il gruppo controllato ha 1.117 iscritti, tra questi anche alcuni simpatizzanti di estrema destra. I denunciati sono quasi tutti della provincia di Varese e sono tra i 25 e i 40 anni. Tuttavia i denunciato sarebbero xenofobi della domenica, ovvero non appartenenti a nessun gruppo organizzato.
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Mi delude molto la leggerezza e il tono dell’articolo.
“Hanno un po’ esagerato”?
Mi ricorda tanto quando si parla di “gaffe” per giustificare un’esternazione inaccettabile, ma del tutto consapevole, del personaggio di turno.
Contrariamente a quello che sostiene l’autore, inneggiare al fascismo, al razzismo e alla xenofobia É UN REATO.
Quello che succede è che solo raramente si interviene contro chi lo commette, complice una tolleranza diffusa alimentata, anche da interventi come questi.
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Buonasera stefa,
personalmente non vedo il “problema”, conosce quel gruppo di Facebook, ne fa parte? Probabilmente no, perché appunto un “gruppo chiuso” a soli utenti che si conoscono fra di loro e quelli nuovi entrano solo se invitati o presentati. Quindi, a mio giudizio, a casa propria uno può fare e dire quello che vuole fintanto resta dentro le quattro mura; tuttalpiù il limite sarà dettato dal buonsenso personale. D’altronde se si decide di andare all’Oktoberfest non sarà di certo per bere acqua minerale!
Duilio, il suo commento è un po’ fuori luogo per una serie di motivi.
Prima di tutto, il fatto che un gruppo di Facebook sia privato non rende legale quello che ci succede dentro. E non ci vuole una laurea in legge per capirlo, ma solo un po’ di logica e senso comune.
Ma a parte questo, il mio commento si riferisce al tono dell’articolo e al fatto che contenga informazioni incorrette. I fatti e le opinioni andrebbero sempre separati in modo chiaro. Molte volte non è cosí.