Al Liceo Musicale Luca Macchi ridisegna il futuro della musica

Questo pomeriggio, alle 18, il compositore presenta il suo ultimo cd. Un incontro multimediale con gli interventi del giornalista e critico musicale Davide Ielmini e del pianista Ferdinando Baroffio

Luca Macchi

Un fulmine nell’auditorium “Paolo Conti” del Civico Liceo Musicale di Varese titolato a “Riccardo Malipiero”. Questo pomeriggio, alle 18, Luca Macchi presenta il suo ultimo cd pubblicato nel 2015 dalla Splasc(h) Records di Luigi Naro. Un incontro multimediale dove alla proiezione del video realizzato da Cesare Camardo, nel quale il compositore varesino classe 1965 si mette a nudo parlando di una musica che è “azione, azione, azione “ (come il montaggio, però al contrario, di una pellicola di Jean Luc Godard) seguirà una chiacchierata con il giornalista e critico musicale Davide Ielmini e alcuni momenti nei quali il compositore, e il pianista Ferdinando Baroffio (che nel cd si affianca a Luca Trabucco), eseguiranno alcuni estratti da “Pioveranno cristalli e stelle in frantumi”.

Il brano, composto originariamente per una rappresentazione teatrale del 2003 per pianoforte a 4 mani e tastiera elettronica, si ispira al racconto “Jenin” dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun.
Essere riusciti a trascinare Luca Macchi al pianoforte, nel ruolo di interprete, è già un successo. Convincerlo a suonare alcuni momenti di “Lightning Streaks” (il brano composto nel 2012 per pianoforte solo in occasione dei 150 anni della nascita di Claude Debussy, anche questo inserito nel cd), sarà un’impresa titanica, ma possibile. Le sorprese non mancheranno: vuoi per la qualità della musica di Macchi (intensa, vaporosa, energica) e vuoi per un’etichetta come la Splasc(h) che con “Lightning Streaks”, e tanto coraggio, si è messa in discussione stanando un compositore che è riconosciuto in tutta Europa (ma anche in Cina) grazie ad un suono che “non lascia mai indifferente l’ascoltatore”.

Scrive Davide Ielmini nelle note di copertina al disco: «L’obiettivo di Luca Macchi non è quello di farsi riconoscere come discepolo di un maestro ma di guardare al passato per ri-disegnare il futuro. Per trovare una soluzione a ciò che da sempre sospinge la ricerca dell’artista: il linguaggio senza pari e senza certezze».

 

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Pubblicato il 29 Aprile 2016
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