Arriva anche in Valcuvia il centro del riuso
La struttura, a Cavona, creerà un indotto di utenti che potranno portarsi a casa con un prezzo simbolico materiali che altrimenti finirebbero in discarica
Gli sci che usavi vent’anni fa, il televisore non proprio all’ultimo grido che funziona. O ancora: la radio della nonna e il frigobar fuori moda, oltre a stoviglie, posate, libri. A prescindere dal fatto che si rompano o no, tutti questi oggetti vivono un periodo limitato che ha a che vedere con le mode, i colori e semplicemente alla necessità di ciascuno di noi di gestire al meglio lo spazio a disposizione: svuoti il garage e la cantina, per buttar via tutto e metterci altre cose.
Ma dove va a finire tutto questo? L’idea, per la Valcuvia, è di realizzare un “Centro del riuso”.
Ve ne sono già, in provincia: il primo è quello sorto qualche anno fa a Malnate: attorno a questa struttura, nei giorni di apertura, è visibile un grande viavai di persone: chi prende e chi dà. Si tratta di un luogo regolamentato dove col pagamento di una cifra di solito molto bassa è possibile portarsi a casa ciò che serve. Certo, gli oggetti possono essere usati e patire i segni del tempo, ma è sempre meglio che non averli perché manca la possibilità di poterli acquistare.
«Vogliamo investire su questa filosofia – spiega l’assessore della comunità montana Carlo Molinari che illustra il progetto – . È un centro sperimentale che sorgerà entro il 2016 e avrà una valenza sicuramente ecologica, perché permetterà di assicurare una seconda vita ad una serie di oggetti. Ma l’idea è di sviluppare una funzione sociale di questo luogo, un profilo educativo per quanti, così facendo, potranno rendersi conto di che potenzialità degli oggetti di tutti i giorni».
Il centro sarà dotato di un deposito realizzato grazie ad un bando regionale con finanziamento al 70% di Regione Lombardia e la rimanenza con fondi di comunità montana, per un importo complessivo che si aggira attorno ai 100 mila euro. Ci sarà un regolamento per gli apporti e i prelievi e una sorta di “quotazione” del valore dei singoli beni che potranno venir ritirati con un prezzo simbolico.
«In pratica al momento di buttare via l’oggetto – conclude l’assessore – vi sarà una sorta di “filtro” in entrata da parte di personale abilitato che valuterà il possibile reimpiego di quanto si sta portando in discarica, così da poterlo accogliere al centro del riuso».
La notizia arriva proprio a pochi giorni dalla denuncia presentata da Econord, azienda che gestisce il centro di conferimento di Cavona, per il furto di metalli e dell’impianto di video sorveglianza. Chissà che la creazione di questo centro, con un passaggio di utenti che garantirà una maggior frequentazione di questo luogo, no faccia da volano per dare vita ad un più serrato controllo della struttura, di per sé defilata rispetto al centro abitato ma importantissima per la funzione che assolve.
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