“Bari arriviamo”: il Newton è pronto per la Robocup
Hanno lavorato sei mesi giorno e notte per mettere a punto il loro "Black atom". La squadra dell'istituto tecnico varesino porterà alla competizione nazionale un robot sorprendente
Ultime settimane di aggiustamenti e modifiche per la squadra dell’Isis Newton in partenza per Bari. Dal 27 al 30 aprile, sfideranno le scuole di tutt’Italia nella prestigiosa “Robocup”, la competizione che lo scorso anno è stata ospitata a Malpensafiere e che vede confrontarsi i robot creati nei laboratori scolastici dagli studenti.
Novanta le squadre iscritte a una gara che stimola i ragazzi a studiare, progettare, creare e sperimentare : « Abbiamo imparato molto dal confronto tra di noi e con i nostri docenti – spiega Marco, una delle menti della squadra del Newton- lo scorso anno abbiamo partecipato alla nostra prima “robocup”. Non è andata male ma poteva andare meglio e, dai nostri errori siamo ripartiti per la sfida di quest’anno. Abbiamo studiato gli avversari, imparato molte cose».
Da novembre stanno lavorando a scuola e a casa: sono quindici studenti di indirizzi diversi ( soprattutto meccatronici ed elettronici), uniti nel team per la costruzione di “Black Atom”.
Non si può vedere il robot che gareggerà nella sezione “rescue”: è un segreto!
È stato costruito tutto nel laboratorio della scuola: « Con la stampante 3D abbiamo realizzato i componenti – dice Alessandro – ad eccezione della scheda Arduino. Li abbiamo pensati, progettati, fatti e rifatti finché non siamo rimasti soddisfatti».
La passione per la robotica si legge nei loro occhi: « Sono appassionata fin da quando avevo otto anni – racconta Giulia, unica ragazza del team ( ma anche in classe) e stratega della squadra – Non volevo fare nessun’altra scuola. Qui mi diverto molto e mi trovo benissimo».
A lezione la mattina, in laboratorio al pomeriggio e poi si continua a casa, di notte : « Molti di noi si sono costruiti una stampante 3D e siamo autonomi. Così ogni minuto è buono per lavorare su Black Atom. Ci sono volute 24 ore solo per stampare i pezzi» dicono molti degli studenti.
Al loro fianco, a indirizzarli, sostenerli, correggerli i docenti Donato Manco, Giuseppe Potente, Antonio Mazzocchin e Annarita Baldassarre: « Sono esperienze formative importanti perché aiutano a migliorare l’autostima e la soddisfazione personale. Si crea sempre un bel gruppo e una grande armonia: ognuno ha un compito. Importanti sono anche i ragazzi che filmano e realizzato i video che raccontano la storia».
Nonostante il lavoro corale, solo 5 di loro partiranno alla volta di Bari: « Così prevede il regolamento – spiega il professor Manco – abbiamo dovuto fare una selezione scegliendo elementi validi capaci di risolvere le diverse questioni o gli imprevisti che capiteranno. Sul campo, infine, saranno solo in due: un tecnico e lo stratega».
« Abbiamo lavorato molto per rendere la nostra macchina più agile e veloce – spiega Marco – il lavoro più delicato è stato il cablaggio. Ora siamo soddisfatti anche perché abbiamo ideato un sistema top secret innovativo…».
La gara di rescue prevede un percorso con diversi ostacoli da superare e l’arrivo in una stanza dove si recuperano alcune palline. Non è una gara di velocità ma di astuzia e qualità tecnica.
« Siamo pronti – assicura la squadra – ci preoccupano i concorrenti veneti e trentini, e i robot che utilizzano la base precostituita della Lego, costosa ed efficiente. Noi abbiamo fatto tutto da soli in economia. La cosa che ci fa più paura è la batteria: non può salire in aereo e viaggerà via posta da sola. Arriverà in tempo?»
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