Borgo e Sparacia, le civiche sotto i riflettori
Divergenze e scontri nel campo delle due liste civiche che guardano al mondo di centrodestra, Gallarate Civica e Progetto Comune
Tra presentazioni di liste – questo weekend è stato il turno di La Nostra Gallarate 9.9 e del Partito Democratico – , anticipazioni sui programmi e big della politica in visita a Gallarate – dopo Salvini e Serracchiani, sabato è stato il turno di Emanuele Monti –, lo scenario politico di Gallarate negli ultimi giorni ha visto due situazioni particolarmente calde.
Venerdì Gianni Sparacia, il candidato sindaco di Gallarate Civica, ha dato il via alla sua corsa alle elezioni amministrative di giugno. All’aperitivo inaugurale la presenza del candidato sindaco della coalizione di centrodestra Andrea Cassani con altri del Carroccio ha destato sospetti, subito smentiti da Sparacia. Nei giorni successivi ci ha però pensato l’avvocato Pietro Romano (dato per candidato consigliere) a ribadire la corsa solitaria di Gallarate Civica, con un videomessaggio che se l’è presa anche con il dirigente forzista Nino Caianello. e indirettamente con Andrea Cassani, la cui candidatura è sostenuta anche da Forza Italia. E come un fulmine a ciel sereno, si è aperto lo scontro nella lista civica d’area centrodestra: Gallarate Civica ha deciso di dissociarsi da quanto dichiarato da Pietro Romano, prendendo le distanze dal suo candidato. Una smentita che potrebbe avere ulteriori conseguenze.
La seconda situazione scottante riguarda l’altra lista civica nell’area del centrodestra, quella con candidato sindaco Roberto Borgo. Nel mezzo della disputa tra i fondatori, Progetto Comune, nella serata di martedì 26 aprile, ha cambiato il logo e pure il nome in Borgo Sindaco – Lista Civica.
Ma partiamo dall’inizio: voci di divergenze erano nell’aria già da qualche tempo e la conferma è arrivata venerdì con la notizia ufficiale della divorzio di Borgo da Ncd e la componente vicina a CL. Scelta ricondotta all’opposizione di Borgo alla candidatura di Donato Lozito e di Francesco Rubino. Borgo si è dichiarato più forte e più libero dopo la vicenda, ma quale futuro per i fuoriusciti? Cambierà qualcosa nei rapporti con il centrodestra di Cassani? Il candidato sindaco leghista, il giorno successivo all’accaduto, ha dichiarato di non essere informato sulle reali motivazioni che hanno portato alla scissione. Pochi giorni dopo anche Antonio Trecate ha ufficializzato il suo addio a Progetto Comune: «Io ho cercato di lavorare con tutti, ho abbassato il capoccione, ho lavorato per il progetto: Progetto Comune non è mica loro» ha dichiarato (qui l’intervista). «Nessuno esce da Progetto Comune, perché non è di loro proprietà».
In risposta alla questione della paternità di Progetto Comune, è intervenuto Massimo Gnocchi, ribadendone la proprietà: «Sono stato io 15 anni fa a coniare il nome per la corsa alle amministrative del 2001, come una scialuppa in mezzo all’oceano. Mi fa sorridere che altri reclamino la paternità del nome, cercando di strapparla a me e alla gente che spera in una valida alternativa per la guida della città». E ora Borgo mette da parte il nome di Progetto Comune e rilancia, con la lista civica che porta il suo nome.
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