Il comune vuole i lampioni: “Portiamo Enel in tribunale”
Enel chiede 7 volte di più rispetto a quanto offre il comune per 8.000 pali della luce. L'assessore Reguzzoni: "Con una rete nostra risparmieremmo fino a 700.000 euro all'anno"
Il comune offre 131.000 euro, Enel ne vuole 900.000. E’ in quella differenza che si gioca la battaglia per la proprietà dei lampioni della città, 8.000 punti luce che sono ancora di proprietà del colosso dell’energia e che Palazzo Gilardoni vorrebbe acquistare, andandoli ad aggiungere ai 2.000 già suoi.
Un confronto quello tra Enel e comune che va avanti da tempo ma che adesso potrebbe arrivare alle battute finali, con uno scontro che con molte probabilità potrebbe finire in tribunale. Il consiglio comunale, con uno dei suoi ultimi atti, ha infatti dato mandato agli uffici di procedere con l’acquisizione «forti della nostra perizia che fissa in 131.000 euro il valore degli impianti», precisa l’assessore Paola Reguzzoni. Un compito non facile dal momento che Enel ha valutato gli stessi impianti di un valore 7 volte superiore, 900.000 euro appunto, e che quindi rischia seriamente di risolversi per le vie legali.
E mentre la battaglia deve ancora iniziare, il comune ha già iniziato a fare i conti di quello che si potrebbe fare una volta acquisita la rete di illuminazione pubblica, a partire dai costi di manutenzione. Se infatti Enel Sole -la concessionaria che gestisce la rete- chiede tra i 60 e 65 euro per ogni palo oggi il comune per quelli di sua proprietà ne spende 23 «il che equivale ad un risparmio immediato di circa 250.000 euro» precisa Reguzzoni. Risparmi che potrebbero aumentare sensibilmente «se iniziassimo un piano di efficientemento energetico a led» e che secondo le stime dei tecnici porterebbero risparmi di 450.000 euro sulla bolletta (che si aggira tra 1,2 e 1,5 milioni all’anno). In pratica «con la rete di nostra proprietà noi ogni anno potremmo risparmiare fino a 700.000 euro sulle spese correnti».
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