“Quel giorno ero lì”. I ricordi dopo 14 anni dalla tragedia del Pirellone

I lettori di Varesenews raccontano le ore drammatiche di quella sciagura che scatenò il panico nel centro direzionale della città

Avarie

«Ero li vicino quel giorno, udii il botto ma non vedevo il palazzo da dov’ero. Poi vidi le persone correre via con le facce spaventate. Mi avvicinai alla piazza e vidi migliaia e migliaia di fogli di carta volare in aria…. poi il buco ed il fumo che usciva dal palazzo…». Questa è la testimonianza di Massimiliano Ribolla raccolta fra quelle postate dai nostri lettori su Facebook.

Sono passati 14 anni da quel maledetto giovedì quando, quasi alla fine di una giornata di lavoro, migliaia di milanesi vissero momenti di panico per l’incidente aereo che fece schiantare alle 17:46, l’Aero Commander pilotato da Luigi Fasulo, 67 anni contro il 26º piano del grattacielo Pirelli, sprigionando immediatamente un vasto incendio che sarebbe stato spento solo dopo alcune ore.
«Lavoravo e lavoro lì. Quel giorno ero nel palazzo del Consiglio, il vecchio palazzo Siemens. È tremato pure quello. Abbiamo lasciato tutto quello che stavamo facendo e siamo corsi giù dalle scale. Pensavamo ad una bomba. Poi, in strada, abbiamo visto fumo e tantissima carta piovere dal cielo. Mai avuta tanta paura come quel giorno…» scrive Samantha Macchi.

Nell’incidente persero la vita, oltre a Luigi Fasulo che si trovava da solo a bordo dell’aereo, Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito, due dipendenti della Regione Lombardia che si trovavano al piano dove si è schiantato l’aereo. Vi furono inoltre circa 70 feriti.

L’ipotesi dell’attentato si fece subito strada nei primissimi minuti dopo i fatti: il presidente del Senato Marcello Pera parlò a Palazzo Madama subito del valore simbolico del grattacielo. Il ricordo delle torri gemelle era ancora vivo nell’immaginario collettivo: l’11 settembre solo un anno prima, «ero in ufficio a Porta Venezia, e sentimmo tutti un gran botto, poi leggemmo le prime notizie e ci diedero il permesso di andare a casa prima… si temeva un altro attentato stile twin towers» scrive Gabriele Petino.

Ma lo scenario dell’attentato venne presto scartato e in un primo momento vennero formulate alcune congetture, tra le quali il guasto tecnico e il suicidio. A fine 2002, nella relazione d’inchiesta riguardo l’incidente, l’ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza al Volo) chiarì che la causa probabile sia da ricercare nell’incapacità del pilota di gestire in maniera adeguata la condotta della fase finale del volo in presenza di problematiche tecnico-operative e ambientali.

«Al lavoro una collega aveva ricevuto la telefonata dal marito che passava sotto il grattacielo. Ma noi non sapevamo ancora nulla. Uno spavento!!» è il ricordo di Sofia Scudiero.
«Ero lí… Ero andato a comprare una giacca e stavamo rientrando…» si ricorda Luigi Scisco.

In occasione del quattordicesimo anniversario del tragico schianto aereo che ha colpito il Palazzo Pirelli, domani lunedì 18 aprile alle ore 13 all’Auditorium Gaber sarà celebrata la Santa Messa in suffragio di Alessandra Santonocito e Annamaria Rapetti, le due avvocatesse che persero la vita in quella circostanza.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Aprile 2016
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