UniCoMal: “Stabilire un limite allo sviluppo di Malpensa”
L'Unione dei Comitati critica l'ultimo studio Sea-Liuc sulle previsioni di posti di lavoro e richiama il tema della compatibilità ambientale

«Malpensa non può crescere con obbiettivi che non tengano corto del contesto ambientale». Anzi, occorre «stabilire un limite a Malpensa». È la posizione dell’Uni.Co.Mal, l’Unione dei Comitati di Malpensa, all’indomani del nuovo studio sulle possibilità di sviluppo economico legate all’aeroporto
«Non ci sorprende l’ultima uscita di SEA perchè non è la prima volta che un Presidente della Società di gestione presenta previsioni economico-trasportistiche che poi il tempo sistematicamente smonta. Questi ultimi quattordicimila posti di lavoro, previsti nei prossimi quattordici anni, segnano però il cambio di strategia, la svolta della campagna promozionale di Modiano. Con la frase: “non c’è dubbio che questo aeroporto migliora le condizione di vita di chi attorno a questa complicatissima realtà vive” scompare il fair play. La prima cosa che ci vien da dire è che, di solito, e Malpensa non fa eccezione, le condizioni di vita di chi vive intorno agli aeroporti sono segnate dal traffico movimentato, cioè da decolli e atterraggi degli aerei, e dal traffico indotto su gomma. I riscontri appaiono in tutta evidenza quando vengono pubblicati i monitoraggi epidemiologici e, a Malpensa, già ne abbiamo visti di preoccupanti. Innanzitutto, negli scorsi anni, sono stati mano a mano pubblicati studi e monitoraggi con dati sulle missioni di sostanze inquinanti, alcune cancerogene, con valori sopra le soglie limite da non superare. Sentenze come quella della causa Quintavalle contro SEA ed ENAC, che ha accertato i danni e li ha indennizzati (a carico del Ministero dei Trasporti, ndr), potrebbero ripetersi. Studi come “Salus domestica”, lo studio YENA, ed il monitoraggio dell’ASL provinciale di Varese, rilasciato nel 2010, che fa una panoramica sugli anni dal 1997 (ultimo anno senza Malpensa) al 2009 compreso, non hanno stupito nessuno. Non hanno stupito perchè gli aeroporti esistono anche da prima di Malpensa ed i relativi effetti erano già ben noti. Del monitoraggio dell’ASL provinciale di Varese, che confronta i dati relativi ai nove Comuni del CUV con il resto della Provincia di Varese, basta ricordare un dato soltanto. Dal 1997 al 2009 il dato “decessi per affezione alle vie respiratorie” è aumentato del 10,7% nel resto della Provincia di Varese, del 54,1% nei nove Comuni del CUV».
Fin qui la realtà odierana. Qual è la posizione di UniCoMal? «Noi riteniamo che l’aeroporto di Malpensa, interamente compreso nel Parco Lombardo della Valle del Ticino, proclamato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità del Progetto Man and Biosphere, non debba crescere a piacere per obiettivi che non tengano in conto dl contesto ambientale. Si dovrebbe in pratica stabilire un livello di compatibilità che potrebbe anche essere inferiore alla situazione attuale del traffico. Stabilire un limite a Malpensa. Stabilito un limite Malpensa si mette il cuore in pace e non si parla più di crescita o, ipocritamente, di “sviluppo compatibile di Malpensa”, definizione molto abusata in questi anni».
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