Angera abbraccia Rolando: “Vivo per miracolo”

Una festa organizzata dal Comune per dire "bentornato" a Del Torchio. L'ex missionario tornerà nelle Filippine: «Avrò una protezione, il mio lavoro è lì»

Rolando Del Torchio

«Gli abbracci hanno un potere enorme, sono una delle cure più potenti che abbiamo». Il volto è più disteso ma lo sguardo è ancora carico di un peso evidente. Sorride Rolando Del Torchio e abbraccia gli amici e i conoscenti che domenica mattina lo hanno festeggiato in sala consiliare. L’occasione è stata un piccolo aperitivo mattutino, voluto dall’amministrazione e dal sindaco Alessandro Molgora per dire ufficialmente «bentornato» all’ex missionario rapito l’8 ottobre scorso, nelle Filippine e rimasto per sei mesi nelle mani di un gruppo di terroristi islamici ispirati all’Isis.

Leggi l’intervista a Rolando Del Torchio

Nelle scorse settimane Rolando ha descritto ai giornalisti i momenti più difficili della sua prigionia, la paura, le ansie ma anche il coraggio, la fede e la speranza che gli hanno permesso di sopravvivere a quell’inferno. Lo ha fatto anche questa mattina nella sua cittadina natale e sarà forse una delle poche occasioni, almeno per il momento, in cui racconterà di fronte a un pubblico quello che ha subito. «Sono qui e sono vivo – ha detto – e lo sono per miracolo perché ero destinato alla morte. Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato che non ce l’avrei fatta. Ora sto meglio ma devo occuparmi della mia vita che è stata stravolta, devo ricominciare. Il mio pensiero va quotidianamente agli altri ostaggi che erano laggiù con me, uno dei quali è stato ucciso. Mi auguro soltanto che vengano liberati».

Il ritorno alla normalità non è semplice ma necessario. «Sono stato via per alcuni impegni e soltanto da due giorni posso considerarmi libero di riprendere la mia vita – racconta -. Ad Angera esco spesso a camminare, qualche volta vado a bere un caffè. Amo questo luogo che per me rappresenta e ha rappresentato molto e devo ringraziare tutti per la vicinanza e l’affetto che avete dimostrato e allo stesso tempo per la discrezione che avete avuto».

Rolando Del Torchio

«Angera – ha ricordato Molgora – ha pregato per il ritorno di Rolando. Dopo la veglia in Chiesa, il pensiero è sempre stato vivo. Ci sono stati momenti difficili e di sconforto, quando magari mi incontravo per strada con i rappresentanti di Hope, la onlus che ha fondato. Allo stesso tempo la speranza che tutto si risolvesse è sempre stata presente. Sono felice di averlo con noi oggi e di poterlo festeggiare con semplicità e affetto».

Delle Filippine, terra in cui Del Torchio vive da trent’anni e dove da tempo gestisce un ristorante Ur Choice Cafè a Diplog City, ha parlato due volte. La prima, per dire che tornerà. «Il mio lavoro è lì e ho alcune cose da sistemare. Tornerò con una protezione, probabilmente mi sposterò ma devo farlo». La seconda con il sorriso, raccontando delle immagini della rocca viste circolare sulle tv del Sud-Est Asiatico. «Nei prossimi giorni un gruppo di ragazzi filippini che mi ha aiutato, verrà in visita qui. Vogliono vedere “questa Angera”, dove vivo e di cui hanno sentito parlare».

Al momento dei saluti ognuno ha portato a Rolando un ricordo e un sorriso, un po’ come si fa con gli amici d’infanzia che non si vedono da tanto tempo. E lo ha fatto anche chi quell’uomo non l’aveva mai incontrato prima: «Non ci conosciamo – rivela una signora stingendogli la mano – ma sono davvero felice che sia tornato e ci tenevo ad esserci per poterla incontrare».

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Maggio 2016
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