La Manchester d’Italia alla conquista del futuro
10 anni di politiche a favore del settore tessile raccontate dai protagonisti: "Abbiamo puntato su sicurezza e innovazione, le nostre armi migliori"
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E’ un fiore all’occhiello che sta appassendo quello della tessitura a Busto Arsizio. Un settore che in passato è stato importantissimo per la città ma che negli ultimi tempi ha accusato i troppi colpi della globalizzazione. «Io però non ho mai creduto che il tessile fosse parte del passato mentre la moda l’unica prospettiva del futuro e in questa direzione ho sempre lavorato». A dirlo è il sindaco Gigi Farioli che con uno degli ultimi appuntamenti del suo mandato ha voluto ripercorrere quanto fatto in 10 anni.
La città ha cercato di arginare l’avanzata dei tessuti stranieri con gli unici elementi a disposizione: l’innovazione, la sicurezza e la qualità. «Noi abbiamo iniziato a parlare di sicurezza dell’abbigliamento quando nessuno ancora lo faceva -racconta Piero Sandroni, presidente del gruppo “Tessile e Abbigliamento” di Univa- abbiamo realizzato modelli che oggi sono diventati il centro del sistema produttivo di molte grandi aziende e abbiamo lanciato campagne di informazione tra i primi in Italia». L’amministrazione ha presentato un decalogo (disponibile qui) con tutto quello fatto in questi anni. Tra questi progetti spiccano quello per il centro di ricerca del PoloTexSport che ha realizzato importanti investimenti oggi utilizzati da decine di aziende e il programma Dress Care volto a sensibilizzare le persone sui rischi per la salute che alcuni abiti possono causare.
Progetti e programmi che hanno ben presente le peculiarità del nostro territorio. «Le nostre aziende sono tutte di dimensioni medie o piccole e quindi sono impensabili campagne di promozione su vasta scala dei propri prodotti» continua Sandroni, che precisa: «abbiamo così pensato che unire gli sforzi potesse essere la soluzione migliore ai problemi e proprio per questo il marchio PoloTexSport, di proprietà del comune, è a disposizione gratuitamente di chiunque rispetti i nostri protocolli».
Un’eredità fatta di tradizione e innovazione, con progetti come quello dell’etichetta intelligente, che adesso saranno consegnati tutti nelle mani del prossimo sindaco, chiunque sarà. Un percorso virtuoso che, però, potrebbe essere spazzato via da scelte che non dipendono in alcun modo dalla città. «Sono molto impressionata da quello che è stato fatto -ha commentato la senatrice Laura Bignami, presente all’incontro- ma i rischi verso cui sta andando il made in Italy a causa delle scelte dell’Europa e da quello che potrebbe essere previsto con il TTIP mi preoccupano molto».
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