L’Arnetta vista da 9 artisti: E’ il Premio Gallarate
Al via la 25esima edizione del Premio Gallarate con mostre, installazioni ed attività sparse per tutta la città. Protagonista il torrente Arno, visto con gli occhi degli artisti
C’è chi ricorda ancora le esondazioni degli anni ’50, chi quando l’acqua ogni giorno cambiava colore in base alle lavorazioni delle tintorie e chi le migliaia di operai che tutti i giorni arrivavano in città per lavorare lungo nelle aziende. Ma adesso l’Arnetta farà parte nuovamente dell’immaginario collettivo grazie alla nuova edizione del Premio Gallarate “Urban Mining, Rigenerazioni Urbane”.
9 artisti hanno lavorato per mesi per realizzare le opere che da sabato 14 maggio animeranno Gallarate: c’è chi ha indagato le ciminiere ormai in disuso, chi ispezionato le aziende chiuse da anni, chi ha raccolto reperti dal fiume e chi immaginato l’Arno come un brand commerciale. Il punto di partenza comune è stato uno: il torrente Arno e la sua storia. Partendo da qui gli artisti selezionati hanno indagato memorie, architetture, storie e significati sia metaforici che simbolici.
«Abbiamo cercato di realizzare una mostra che non si chiudesse nel museo ma che anzi si aprisse alla città, con opere d’arte diffuse» commenta la direttrice del Maga, Emma Zanella. E così alle opere racchiuse all’interno del museo se ne assoceranno altre, sparse per la città: Studi Patri, via Rusnati, la Pro Loco e tutto l’asse dell’Arnetta. «Questo è un museo che non si limita a collezionare opere ma le inserisce in un progetto più generale e coinvolgente -spiega il Presidente del Maga, Giacomo Buonanno- con aspetti di ricerca che si declinano in tutto il territorio coinvolgendo molti giovani».
Ma il Premio Gallarate -che più correttamente si definisce Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate– è importante anche per un altro aspetto dato che senza la sua opera il Maga non esisterebbe. Le 24 edizioni precedenti hanno infatti permesso di dare forma alla vastissima collezione che oggi è il nucleo centrale del museo «e che è un patrimonio di tutta la città», spiega il presidente del Premio, Giovanni Orsini. «Vogliamo che questa edizione del Premio sia un’occasione per riflettere sull’importanza di questo fiume» con una grande domanda di fondo: «Si stava meglio quando si stava peggio? Agli artisti l’ardua sentenza».
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