Lo spettacolo della Rasa fiorita

Il nostro lettore Teresio Colombo, appassionato osservatore e fotografo, racconta la fioritura sulle balze prealpine

Saponaria Rossa alla Rasa

Domenica 15/5 con mia moglie siamo andati alla solita villa Cagnola, presso la Rasa, per fotografare, anche se un poco tardi la Cefalantera maggiore (Cephalanthera longifolia) (1) che in questo anno ha avuto una fioritura abbondante in tutto il nord della provincia, ci ricordiamo di averla vista in bocciolo qui in Villa Cagnola la settimana in cui abbiamo in cui abbiamo trovata la prima Ofride, poi ne abbiamo viste ai bordi della strada che da Ardena (Fraz. di Brusimpiano) scende a Brusimpiano ed erano già appassite, e abbiamo pensato che questa fosse una delle ultime occasioni per vederla ancora fresca; l’esemplare fotografato ha la caratteristica di avere i fiori ben aperti cosa difficile a verificarsi.

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La fioritura alla Rasa 4 di 13

Poiché anche oggi abbiamo vita un ofride insettifera con ben 6 fiori aperti ritengo opportuno andare nei prati della Rasa a controllare la situazione; scendendo le scalinate vedo ben 8 esemplari di orchidea Fior di legna già di 70 cm di altezza, sono ancora tutti in bocciolo e questo mi suggerisce che dovrò tornare a metà settimana per vederne la fioritura.

Il giorno 16 mi reco alla Rasa e vedo fiori di un certo interesse ma non orchidee, guardo nel solito prato dove normalmente le trovo ma non ne vedo di alcun tipo, decido di scender e cerca nel prato sottostante dove ritrovo una Cefalantera gialla (2) (Cephalanthera damasionum) che pensavo di avere perso per quest’anno; questa orchidea molto simile a quella precedente ha foglie molto più larghe presenta una spiga fiorale con un numero di fiori minore alla maggiore, a questo punto cerco e trovo una trentina di esemplari di Orchidea screziata (Orchis tridentata) (3) soltanto un’altra volta mi è capitato di vederne altrettante in pochi metri ed è stato alcuni anni fa a Pian Val Dés; ma il prato è pieno di fiori dai colori più vari come il blu delle spighe di Salvia comune (Salvia pratensis) (4) che non ha nessuna proprietà aromatica che è invece caratteristica della Salvia domestica, il rosso della Saponaria rossa (Saponaria ocymoides)(5) con fiori piccoli ma disposti a tappeto preferibilmente su rocce calcaree questa saponaria è molto meno comune della Saponaria officinale che tutti ritroveremo fra qualche mese ai bordi di tutte le strade, è nota anche col nome di Saponaria montana, è apprezzata nella formazione dei giardini rocciosi; il rosa della Ambretta comune (Knautia arvensis) (6) una delle dipsacacee fra le più comuni dei nostri prati generalmente più apprezzata dagli ovini che non dai bovini. Sul limite del prato in vicinanza dello steccato di recinzione dove l’erba si dirada alcune piante di Frassinella (Dictamnus albus) (7) mostrano lo stelo fiorale con i fiori che stanno aprendosi anche se le piante raggiungono appena i 60 cm contro il m che costituisce la sua altezza normale è noto l’olio essenziale che emanano i suoi fiori tanto da far sostenere ad alcuni autori che in certe condizioni il fiore può essere soggetto di autocombustione. Terminato di guardare nel prato mi rivolgo alla parte boscosa sul sentiero a sinistra e noto che il Maggiociondolo (Liburnum anagyroides)(8) è in piena fioritura lasciando pendere i grappoli piuttosto radi, almeno se confrontati con quelli della Robinia, la foglia è composta da 3 fogliole piccole e lanceolate l’uso di questa pianta a scopo ornamentale si è notevolmente ridotto sia per l’alta tossicità dei suoi semi sia per la facile marcescenza del fusto; anche gli incroci ottenuti con il maggiociondolo di montagna non si sono dimostrati utili perché i semi del baccello si sono ridotti nel numero ma non nella tossicità e la pianta tende ad assumere le caratteristiche dell’albero più che dell’arbusto; vicino c’è un bel Sorbo montano (Sorbus aria) (9) è un albero appartenente alla famiglia delle rosacee facilmente distinguibile per le foglie caratterizzate da un dorso vellutato e biancastro che si mantiene tale anche nelle foglie che si staccano dal ramo, il frutto è di norma di forma subsferica ovoidale di colore rosso che si presenta in corimbi apprezzati dai volatili. A questo punto decido di tornare, ma appena percorsi pochi metri ti vedo alcuni Gerani sanguigni (Geranium sanguineum) (10) fa capolino nell’erba matura per la fienagione e ricordo di avere fotografato lo stesso geranio lungo la discesa da Ardena a Brusimpiano ed inserirò quel fotogramma vi è solo da rilevare la bellezza di questo fiore che sovente compare a raggruppamenti di decine di esemplari, abbastanza vicino spicca il giallo di alcuni Barba di becco pratense (Tragopogon pratensis) (11) una asteracea un tempo utilizzata anche per l’alimentazione umana, almeno nelle sue radici devo dire che trovo un esemplare fuori dal campo e che ho quindi fotografato; quasi fuori dal sentiero noto un fiorellino bianco che  assomiglia ad un fiore che conosco poco ma che so dove localizzare, solo da una successiva verifica potrò stabilire che trattasi di Erba perla minore ((Buglossoides arvensis) (12) una borraginacea che è la prima volta che ritrovo in assoluto;  sempre sulla via del ritorno non smetto di ricercare su di un vecchio muro di recinzione le tracce di una vegetazione ancora ricca fino a 3 anni fa ma scomparsa quando è stato messo il cemento per rinforzarla, ebbene è con viva sorpresa che ho rivisto la Borracina cinerea (Sedum dasyphylllum) (13) che è rinata ed ha ripreso a fiorire.

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Pubblicato il 24 Maggio 2016
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