Tmr Cederna, quando il tessile fa scuola
Ecco come a Vergiate nascono le giacche con interni in fodere in cupro, viscosa o acetato in mischia a cui vengono poi apposti i marchi di noti gruppi confezionisti come Hugo Boss, Tommy Hilfiger, Max Mara, Dolce & Gabbana
«Lo sforzo è far capire ai ragazzi che la filiera tessile è enorme: non ci sono solo le grandi campagne pubblicitarie e i prodotti in negozio». Così esordisce Raffaella Prestinoni, consulente commerciale della TMR Cederna, azienda con tessitura a Cimbro di Vergiate, che ci racconta la sua esperienza da “prof.” con alcuni studenti del post diploma. A parte questo, un percorso di entusiasmo e soddisfazione sia per l’azienda, ultracentenaria realtà specializzata nelle fodere in fibre artificiali di pregio, sia per la scuola, l’istituto Tosi di Busto Arsizio che ha avviato un corso post-maturità di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (un cosidetto IFTS) promosso da una rete di soggetti che fanno capo alla Fondazione ITS “COSMO – Nuove Tecnologie per il Made in Italy, Comparto Moda – Calzatura” costituita nel 2010, che vede il coinvolgimento di istituti, realtà formative, imprese e il sostegno dell’Unione Industriali varesina.
Non un percorso per i ragazzi classico: il corso, dal lungo nome “Tecnico superiore per la commercializzazione e il marketing dei prodotti tessili e della filiera produttiva della moda” è un vero e proprio viaggio alla scoperta del tessile in tutti i suoi aspetti che termina – o forse è meglio dire fa tappa – in uno stage finale in azienda. Toccare con mano le realtà produttive, stabilimenti e macchinari del settore è parte di questo viaggio. Tra le cui tappe, c’è appunto la sede di Cimbro della TMR Cederna. Visita per conoscere la produzione vera e propria, ma non solo. Alla fine del percorso, l’impresa stessa ospiterà 2 studenti per lo stage.
Ad accompagnarli nell’inedita gita scolastica, Pier Giorgio Ghirardi, presidente del cda, memoria storica dell’impresa e Marco Rizzi, responsabile delle risorse umane e Gianluigi Pagliarin, responsabile di stabilimento, che hanno raccontato un mondo affascinante di giacche alla moda foderate di preziosi e morbidi materiali e le nuove sfide per il futuro: la volontà precisa di proseguire con una produzione Made in Italy e di investire in tecnologia per mantenere un prodotto unico e di preziosa nicchia. Un prodotto che sui mercati internazionali racconti del tessile di qualità che sul nostro territorio ha illustri radici. «È inevitabile – racconta Ghirardi – che oggi si debbano cogliere nuove sfide. La storia del nostro marchio, dalla vendita al dettaglio alla globalizzazione, è un percorso di cambiamento: prima c’era solo il Made in Italy, oggi la bassa percezione del consumatore del rapporto qualità-prezzo ci impone delle sfide anche difficili ma noi puntiamo sui nostri valori e sul radicamento. Per questo abbiamo mantenuto la nostra attività qui, con gli stabilimenti di Cimbro e Samarate in provincia di Varese e la nobilitazione a Milano Gratosoglio».
Il sogno di lavorare su un telaio è nel cassetto di qualche ragazzo. Qualcun altro è affascinato dalla parte creativa o dal marketing, qualcun altro ancora dalla fase di vendita. «L’azienda crede nei giovani e nella sostenibilità ampiamente intesa -racconta Rizzi -. Questi momenti sono letteralmente un ‘porte aperte’ per far capire ai ragazzi che crediamo in loro, nelle loro competenze e sensibilità ma non solo, e nel nostro territorio. Il tessile non è affatto morto e guardiamo con fiducia al futuro. TMR fornisce le principali griffe di moda, esporta in tutto il mondo con particolare riferimento all’Europa».
«I ragazzi – sottolinea Prestinoni – hanno l’opportunità di fare un’esperienza meravigliosa sia in classe che dopo. Il mio ruolo in cattedra è un po’ questo: raccontare quello che si fa in azienda. Io chiedo loro: cosa volete sapere? E poi costruisco le lezioni ad hoc, solleticandone la curiosità. Desideravano approfondire il mondo Primark e noi siamo partiti da lì per il nostro viaggio: dall’analisi del prodotto con test veri e propri. Quello che spero è di aver trasferito che non c’è solo la punta di un mondo ricco e variegato e che devono essere flessibili e pronti a viaggiare, in ogni senso».
«Si tratta di un’occasione unica – aggiunge Maria Rosaria Ramponi del Tosi –. I ragazzi oggi non hanno la percezione della manifattura e dell’industria. Entrare in azienda e conoscere persone che vi lavorano è una scoperta. Di qui la scelta anche della docenza: la maggior parte degli insegnanti del corso sono professionisti delle imprese».
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