Frigoli risponde a Caputo: “Non ho nulla da pretendere da Partecipiamo”

L'ex-sindaco risponde a Mino Caputo e chiarisce il suo ruolo nella campagna elettorale di Mirella Cerini e sottolinea che «non ho mai chiesto niente e mai lo chiederò»

livio frigoli

L’ex-sindaco di Castellanza Livio Frigoli ha deciso di rispondere con una lettera a Mino Caputo, il consigliere comunale eletto con la lista Partecipiamo ma dalla quale si è già sfilato, annunciando alla stampa le sue dimissioni dal gruppo, optando per un appoggio esterno alla sindaca neoeletta. Frigoli, sin dai primi momenti, è stato accostato alla lista di Mirella Cerini e il suo appoggio, seppur mai sbandierato, c’è stato durante tutta la campagna elettorale in maniera discreta ma importante. Ecco cosa risponde a Caputo, che lo ha tirato direttamente in ballo come motivo della sua decisione di uscire dal gruppo.

Nei mesi passati molti di coloro che poi si sarebbero candidati alle elezioni comunali mi hanno contattato per ottenere il mio sostegno. Qualcuno (Marinella Colombo) si sarebbe accontentato di una sorta di appoggio esterno; altri (Colombo e Palazzo) hanno ventilato un mio coinvolgimento più diretto ed esplicito.
Il mio orientamento finale è stato diverso ed è maturato insieme al gruppo Pro-Muovere con cui, cinque anni fa, avevo dato vita alla candidatura Mazzucco. Questo gruppo, insieme a Mirella Cerini, ha infatti definito un progetto molto affine a quello del 2011: passo indietro dei partiti e dei gruppi, creazione di una lista civica intorno ad un nome unitario, autonomo e nuovo.
E così nata la lista “Partecipiamo”: alcuni di noi sono entrati in quella lista, altri si son limitati a votare ed a far votare Mirella. Altri ancora, come me, hanno dato la disponibilità solo per un sostegno tecnico: ho dato contributi e suggerimenti per la stesura del programma e ho offerto pareri per l’organizzazione e la comunicazione di eventi e proposte.
Nel suo insieme, visti risultati finali, il Gruppo degli ex di “Pro-muovere” ha fatto il record di preferenze ed ha contribuito in misura rilevante al successo finale di Partecipiamo.
Nel complesso credo di aver anch’io garantito un contributo alla vittoria del Sindaco Cerini, ma quanto ho complessivamente fatto quest’anno è stato poco o niente rispetto – ad esempio – al lavoro che nel 2004 ha permesso la vittoria della Ponti.
Per dirla in sintesi: Mirella Cerini quest’anno non ha vinto grazie a me. Se io durante questa elezione fossi stato in panchina, lei avrebbe vinto ugualmente.
Credo che il suo successo sia stato originato da vari fattori: innanzitutto dalla sua capacità di entrare in sintonia con la gente. Poi dal sostegno di tanti gruppi (in primis il gruppo Promuovere), di partiti (in primis del PD) e di singole persone. Ma il merito principale, lo ripeto, è stato della candidata che ha saputo fare sintesi presentando agli elettori un progetto civico unitario, convincente ed inclusivo.
Anche alla luce di questi fatti oggettivi non credo di aver oggi nulla da pretendere dal Sindaco Cerini
Né ho mai preteso nulla: non ho mai chiesto di entrare in lista, non mi sono stati proposti incarichi di Giunta, non li ho chiesti e tantomeno li chiederò.
Al tempo stesso credo di avere un curriculum di tutto rispetto. In città ci sono tantissimi cittadini che mi stimano e ricordano con favore la mia esperienza da Sindaco. Analoga stima riscontro ancora oggi in moltissimi dipendenti comunali. Forse anche perché, da Sindaco, non ho mai abusato della mia posizione, ho dato l’anima per la città e ho realizzato risultati molto importanti. Quindi, mi spiace per Caputo, ma non ho alcun motivo per nascondermi. E Mirella Cerini sa che se in futuro dovesse aver bisogno di me, compatibilmente con i miei impegni e il mio lavoro, potrà far conto sulla mia esperienza.
So bene che la questione del sostegno degli ex sindaci ai nuovi amministratori è materia delicata. Sia nelle urne (dove si può passare dall’exploit di Gigi Farioli al flop di Farisoglio) sia nel governo (gli esempi di Volpi a Olgiate e di Migliarino a Gorla dimostrano che gli esiti possono essere antitetici), ma il nuovo Sindaco ha certamente l’autonomia e la forza necessaria per gestire al meglio questa disponibilità.
Per tutte queste ragioni non credo sia mio compito replicare oggi alle esternazioni di Mino Caputo. Semmai ci penseranno il Sindaco e la maggioranza a cui mi permetto di suggerire una sola cosa: serve chiarezza e coraggio. La città e i suoi problemi vengano prima delle pretese individuali.
A Palazzo Brambilla il nuovo Sindaco non troverà alcun tesoretto. In azienda troverà parecchi debiti da pagare. In città non troverà nessun bosco dei miracoli. Ci sono un sacco di cose da fare ed è il momento di rimboccarsi le maniche mettendo in secondo piano le polemiche inutili ed i personalismi.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Giugno 2016
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