Il Consiglio regionale approva la proposta di aggiornamento del piano cave

Il documento prevede lo stop alle escavazioni alla Rasa di Brinzio e a Cantello. È passato con i voti di Forza Italia, Lega Nord, Lista Maroni, NCD,Fratelli d’Italia, Gruppo Misto, PD e Patto Civico

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Via libera in Consiglio regionale alla proposta d’atto amministrativo di aggiornamento del piano cave provinciale di Varese (relatore Roberto Anelli, Lega Nord).

Il documento, che prevede lo stop alle escavazioni alla Rasa di Brinzio e a Cantello, stabilisce la possibilità di estrarre 26.035.000 metri cubi per il settore sabbia e ghiaia (24.857.000 negli 8 Ambiti Territoriali Estrattivi, 1.178.000 nelle 8 cave di recupero), 3.989.000 metri cubi di calcare (da un solo ATE), 412.000 metri cubi di pietre ornamentali (da un solo ATE), 1.639.000 metri cubi di pietrisco in una cave di recupero.

Il Piano cave originario, approvato nel 2008, consentiva di produrre per il settore sabbia e ghiaia un totale di 29.341.000 metri cubi da otto ATE e altrettante cave di recupero; per il calcare 4.927.000 metri cubi da due ATE; per le pietre ornamentali 920.000 metri cubi da un ATE; per il pietrisco 4.351.000 metri cubi da due cave di recupero.

Il provvedimento è passato con i voti di Forza Italia, Lega Nord, Lista Maroni, NCD,Fratelli d’Italia, Gruppo Misto, PD e Patto Civico. Non hanno partecipato al voto i consiglieri del Movimento 5 Stelle.

“Un voto favorevole per uno strumento che rivede le politiche ambientali per la provincia di Varese e che tiene conto della tutela del territorio e della riduzione del consumo di suolo, obiettivi da perseguire sempre di più, guardando semmai al riuso di materiali alternativi – commenta Alessandro Alfieri, consigliere e segretario regionale del Pd –. Questo piano va nella direzione di contenere il materiale cavato e mostra una maggiore sostenibilità ambientale. E non c’è dubbio che questa sostenibilità debba essere l’orizzonte di tutte le nostre politiche regionali e delle decisioni che siamo chiamati a prendere”.

“Si tratta di una vittoria della Lega Nord – spiega Emanuele Monti – che da sempre si è opposta alla riapertura della Cava della Rasa e della Cava di Cantello. In particolare per quanto riguarda quest’ultima, la ripresa dell’attività estrattiva avrebbe generato un grave impatto sul Capoluogo di Provincia e sul territorio a livello idrogeologico, su falde acquifere che servono circa 200 mila persone. Per quanto riguarda la Cava della Rasa invece, il progetto avrebbe riguardato ben 2 milioni di metri cubi, il ché si sarebbe tradotto in un abbassamento del crinale di circa 20 metri: un danno enorme al Sacro Monte e al Campo dei fiori”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Giugno 2016
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