Il Regno Unito vota per uscire dall’Unione Europea
Col 52 per cento circa dei consensi passa il “leave”. Lereazioni del mondo politico. Borse in panico, sterlina giù del 10% sul dollaro
Il Regno Unito volta le spalle all’Unione Europea perché il 52% di chi ha votato al referendum era a favore della “Brexit”, l’uscita dall’Europa. Sono dati ancora non ufficiali, ma l’esito della consultazione popolare è oramai dato per scontato.
LE REAZIONI – «Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell’indipendenza per il nostro Paese. E’ l’alba di un Regno Unito indipendente» ha commentato il leader euroscettico dell’Ukip Nigel Farage.
Molto probabili le dimissioni del premier David Cameron.
I MERCATI – I mercati finanziari hanno risposto male alle prime voci della Brexit in arrivo da Londra: crollano i futures sull’avvio della Borsa di Londra: a tre ore dall’apertura le rilevazioni Bloomberg vedono l’indice Ftse 100 in calo del 7,4%.
Tracollo della sterlina. Con le proiezioni della Bcc di una vittoria della Brexit al referendum, la sterlina perde oltre il 10% rispetto al dollaro.
IL VOTO – Il Regno Unito spaccato in due dal referendum – ll ‘Leave’ vince in Galles conquistando 854.572 voti contro le 772.347 preferenze date al ‘remain’. In Scozia, nel referendum sulla Brexit, ha vinto il ‘Remain’ con 1.661.191 voti contro i 1.018.322 andati al ‘Leave’ a fronte di un’affluenza del 67,2%: Glasgow, la grande città portuale scozzese, vota al 66,6% per Remain, contro il 33,4% di Leave e Edimburgo, vota a favore della permanenza nell’Unione Europea con una percentuale del 74,4% contro il 25,6% di Leave.
Contraria alla Ue la maggioritaria Inghilterra (esclusa quasi tutta Londra) con quasi il 60% di voti pro-Brexit. A Manchester fronte filo-Ue con un 60% di suffragi. Nella città industriale di Sunderland, sulla costa del nord-est dell’Inghilterra, Brexit ha vinto con 82.394 voti (61,3%) contro i 51.930 voti (38,7%).
A Newcastle, città nel nord-est dell’Inghilterra, il ‘Remain’ ha vinto, ma di misura: 50,7% contro il 49,3% dei voti per il ‘Leave’, con uno scarto di appena 2.000 voti in una città in cui hanno votato in 129 mila. Gibilterra ha scelto per restare con una percentuale del 95,9%. L’affluenza alle urne nel territorio a sud della Spagna è dell’84%. Leave ha vinto anche a Swindon , nella contea del Wiltshire, nel ricco sud-ovest dell’Inghilterra, con una percentuale del 55% contro il 45% di Remain. Oxford non tradisce l’Europa: la celebre città universitaria inglese porta in dote il 70,3% dei suoi voti al fronte pro Bruxelles; stesso copione per Cambridge, con oltre il 74% dei suffragi. La città di Liverpool, nel nord-ovest dell’Inghilterra che diede i natali ai Beatles, ha votato per il Remain, che ha vinto col 58% dei voti contro il 42% dei Leave.
A LONDRA – Il ‘Remain’ a Londra è al 69% mentre il ‘Leave’ si ferma al 31%. E la scelta di restare in Europa, ad esempio, prevale nell’aristocratico quartiere di Hammersmith & Fulham, dove il ‘Remain’ trionfa al 70% mentre il ‘Leave’ si ferma al 30% mentre in due quartieri popolari dell’East End di Londra, Barking e Dagenham, compresi in una stessa circoscrizione, hanno segnato la vittoria al Leave con una proporzione del 62% contro il 38%. A Watford, sobborgo nel nord-est di Londra, il Leave ha vinto per soli 252 voti rispetto ai 23.167 del Remain mentre a Islington, nel collegio blindato del leader del Labour, Jeremy Corbyn, Remain si attesta attorno al 66% dei voti.
Il voto nel municipio della City of London è per il 75% per il Remain contro il 25% per il Leave. Remain ha vinto con il 78% contro il 22% a Hackney, popoloso quartiere nell’East End.
(fonte: Ansa)
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Gli inglesi hanno sempre fatto quello che hanno voluto. Ora, se l’Europa dimostrerà di avere le palle, sarebbe l’occasione giusta per riportarli con i piedi per terra, boicottandoli su diversi piani, economico, finanziario ecc.
E magari anche un bell’embargo in stile Russia!