La Brexit è un terremoto per i ricercatori inglesi
La lettera di un ricercatore varesino che si trova all'università di Reading in Berkshire, sud-est dell'Inghilterra. A preoccupare maggiormente è l'impossibilità di fare domanda per ottenere i fondi dello European Research Council (ERC)
Non è una giornata come le altre oggi all’università di Reading (Berkshire, sud-est dell’Inghilterra). Le facce sono scure e nessuno ha voglia di parlare. I pochi che lo fanno, sono tra il furioso e le lacrime. Commenti tipo “E’ un paese di vecchi ignoranti”, se non molto peggio, sono all’ordine del giorno. Non ha sortito i risultati sperati la campagna intrapresa dagli accademici britannici contro l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea:
https://www.facebook.com/EUacademics/?fref=ts
A preoccupare maggiormente è l’impossibilità di fare domanda per ottenere i fondi dello European Research Council (ERC), grazie ai quali la maggior parte dei dipartimenti, in qualsiasi branca di studi, ha fino ad oggi portato avanti le ricerche. Resteranno solo i fondi interni al Regno Unito. Recentemente, la medesima situazione ha avuto risvolti preoccupanti in Svizzera, portando alcuni docenti ad abbandonare il loro paese per poter beneficiare dei finanziamenti europei in atenei esteri. La stessa sorte toccherà ora al Regno Unito, che rischia inoltre di vedere anche un notevole calo di iscritti, dato che la componente di studenti europei che scelgono di laurearsi in Inghilterra è elevatissima, e basta camminare in un campus universitario britannico per rendersi conto che gli inglesi sono la minoranza. Essi costituiscono l’altra principale fonte di guadagni degli atenei inglesi tramite le tasse che versano ogni anno, e che potrebbero diminuire drasticamente dall’anno prossimo viste le difficoltà e le incertezze dovute al voto di giovedì.
Egualmente preoccupante è la probabile fine dei programmi Erasmus, che a differenza di quanto credono i più non coinvolge solamente giovani studenti, ma permette anche gli scambi tra ricercatori postdottorali e collaborazioni tra dipartimenti di diversi stati dell’UE a fini di ricerca.
http://www.theguardian.com/politics/2015/nov/11/leaving-eu-would-be-a-disaster-british-universities-warn
Solo poco più di 24 ore fa, tra i ricercatori di passaporto brittanico volavano i pronostici nel dipartimento di archeologia dell’Università di Reading: “53% a 47% remain”, “52% a 48% remain, “Ho troppa fiducia nel popolo inglese per pensare che possa succedere, dico 51,5% 48,5% remain. Gli inglesi sono stupidi, ma non così tanto….”.
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