La Lega Civica al Molina però non ha brillato

"Lo stile con cui è stata amministrata la Fondazione non è stato innovativo"

Stefano Malerba

Presa a pesci in faccia dall’ ex maggioranza comunale la Lega civica, risultati elettorali alla mano, si propone alla coalizione vincente come partito di governo, ma non con il ruolo di gregario. E lo fa pubblicamente con un documento furbo per la sua parte ma di contenuto politico meritevole di attenzione e analisi alle quali il Centrosinistra vittorioso non si sottrarrà.

E’ possibile sicuramente accettare la spoletta della Lega Civica, cioè l’avanti-indrè tra i due schieramenti tramite l’aspirante sindaco Malerba: subito indicato come tale dalla Lega, poi ripudiato, di nuovo contattato prima dello spareggio, successivamente dichiaratosi per Galimberti, sindaco alla cui vittoria ha concorso con un malloppo di voti; infine davanti al pericolo di una esclusione anche a sinistra, grazie alla sua elezione in consiglio comunale ecco Malerba ipotizzato come possibile componente operativo o importante riferimento della formazione che ha vinto dopo tanti anni la rivolta bosina del maggio 2016.

A spingerlo c’è l’intera Lega Civica, sorretta da vecchi bucanieri della politica, bravissimi come tali a elaborare volpini documenti, ad avanzare proposte che siano il primo passo di un ritorno agli antichi splendori cancellati all’inizio degli Anni Novanta dagli elettori varesini con il grande e cieco amore per la Lega.

Tante parole spese oggi dai legacivici per acchiappare al volo l’ultimo vagone di un treno con tanti viaggiatori entusiasti e decisi a rinnovare e a ricambiare i loro elettori con fatti concreti. Su un altro treno importante già ci sono personaggi oggi identificabili nella Lega Civica: grazie infatti al Centrodestra e al sindaco Fontana essi hanno preso un Frecciarossa , la Fondazione Molina , grande istituzione che da sempre vive della generosità dei varesini, ma essi non hanno entusiasmato come gestori: alle critiche rivolte ai precedenti amministratori hanno fatto seguire iniziative che certamente non violano le leggi, ma non hanno forma e stile tradizionali e potrebbero suscitare perplessità in termini di comunicazione e magari anche di chiarezza nei confronti della collettività.

Voglio dire che accanto ai risultati elettorali e a capacità dialettiche e politiche, la Lega Civica dovrebbe presentare
nel suo curriculum fatti amministrativi concreti e innovativi, moderni , nel caso specifico appunto la gestione del Molina. Dove i contestati leghisti hanno governato a lungo senza fare dell’istituto una riserva privata. E con loro, e prima e dopo di loro, i cattolici della solidarietà, dei quali Guido Ermolli è stato l’ultimo apprezzato rappresentante.

Che a Varese ci siano elettori con la nostalgia della vecchia Dc va accettato e rispettato. Addirittura per capacità personali i loro eletti possono essere una risorsa,ma che il cambiamento e la nuova Varese debbano vederli da subito sul ponte di comando , magari con il timone in mano,forse non è né urgente, né determinante. Almeno stando al loro stile di guida che si è visto al Molina. La forma quando si governa è sostanza.

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Pubblicato il 23 Giugno 2016
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