“Pochi soldi e tante cose da fare, ci riusciremo insieme”
Il sindaco Franco Ziliani ha prestato giuramento questa mattina, nel corso della seduta di insediamento del nuovo Consiglio comunale
Un po’ ruvido, di poche parole ma per sua stessa ammissione emozionato, il sindaco Franco Ziliani ha prestato giuramento questa mattina, nel corso della seduta di insediamento del nuovo Consiglio comunale di Cuasso al Monte.
“Mai avrei pensato di trovarmi nuovamente qui a sette anni dal mio ultimo consiglio comunale – ha detto Ziliani rivolgendosi ai tanti cittadini presenti nella piccola sala consiliare del Comune di Cuasso – ma al cuore non si comanda, mi avete chiamato e non ho saputo dire di no. Sono passati sette anni che hanno cambiato la vita di noi cuassesi, ma se vi aspettate critiche verso chi mi ha preceduto rimarrete delusi. Voglio concentrarmi solo su quello che va fatto per ritrovare la Cuasso perduta”.
Ziliani è stato chiaro: non ci sono soldi ma solo tante cose da fare. “Abbiamo pochi mezzi ma quello che va fatto lo faremo, e se non basteranno i soldi suppliremo con il nostro lavoro e le nostre forze. Avremo molti problemi, ma uniti sapremo superlarli per la causa che ci ha fatto scendere in campo e che ci unisce: riconsegnare Cuasso ai cuassesi”.
Il nuovo sindaco è poi passato ad illustrare le linee programmatiche della sua amministrazione: “Visto lo stato in cui abbiamo trovato il Comune non mi sento di proporre troppe cose, inizieremo dall’essenziale”.
Al primo posto la pulizia del paese: “Ci siamo attivati con le associazioni e già il 9 lulgio faremo una giornata di pulizia nelle varie frazioni”.
Prioritario anche il ripristino dell’acquedotto, siprattutto per ridare una continuità del servizio alla frazione di Cuasso al Piano, dove un pozzo è bloccato per le percentuali di arsenico riscontrate nell’acqua.
“Vogliamo far ripartire bene il lavoro di tutte le associazioni – ha proseguito Ziliani – che in questi due anni hanno tenuto in piedi il paese, e rirpistinare la funzionalità degli uffici comunali, uniformando anche gli orari in modo che i cittadini quando il Comune è apertoi trovino attivi tutti gli uffici e gli sportelli”.
Sul fronte scuola la nuova amministrazione si è già mossa fin dai primi giorni dopo le elezioni: “E’ scongiurata la chiusura della mensa, mentre per il trasporto degli alunni dalle frazioni ci stiamo lavorando con l’Associazione genitori e l’idea è quella di dotarci di un mezzo in grado di arrivare dove il servizio Giuliani e Laudi non può passare”.
Per ultimo Ziliani ha tenuto il capitolo Ospedale di Cuasso: “Anche su questo problema ci stiamo già muovendo e abbiamo invitato Maroni a venire qui a Cuasso, dove non è mai stato. Ha accettato e sarà qui probabilmente il 9 luglio. Non credo che riusciremo a tenere aperto l’Ospedale, che è troppo costoso per sostenersi con i 20 pazienti ricoverati, ma dobbiamo salvare almeno il punto prelievi e i servizi ambulatoriali”. Si sta inoltre ragionando, ha aggiunto il sindaco, sulla possibilità di trasformare una parte dell’ospedale in centro per il trattamento di pazienti obesi, in collaborazione con il centro specialistico di Villa Miralago.
Ziliani ha infine ringraziato la sua squadra e ha chiesto la collaborazione di tutti: “Mi avete consegnato le chiavi e mi metto alla guida, ma come un autista ha bisogno di meccanici e passeggeri, anch’io ha bisogno di tutti voi per far ripartire il paese. Cuasso è viva, viva Cuasso”.
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Pronti partenza via…….
Il consiglio comunale ci lascia al quanto perplessi.
Il duro lavoro – come Comitato e come Commissione socio Sanitaria della Comunità Montana del Piambello – per il rilancio dell’Ospedale di Cuasso deve essere preso in seria considerazione dalla giunta che deve unirsi alla nostra cordata nel far sentire forte e chiara la voce di tutti i 70.000 cittadini delle nostre valli che chiedono servizi e un ospedale territoriale !
Il Comitato per Cuasso.
è davvero un peccato che un luogo come l’attuale ospedale, costruito con la beneficenza e che ha sempre avuto vocazione al benessere collettivo, sanitario e sociale subisca un tale destino. Soprattutto se vi sono già idee innovative che ne riprendano lo spirito originario, dei Carmelitani, della Croce Rossa e della stessa amministrazione sanitaria. Ci vorrebbe un nuovo Enrico Mattei che disobbediente a un decreto di liquidazione costrui il pilastro energetico dell’Italia dopoguerra.