Caso Molina, lettere in Procura
Polemiche tra aziende per l'appalto mensa, l'ex sindaco Fontana ha informato la magistratura. Galimberti è al corrente
Appalto mensa della Fondazione Molina da chiarire. E’ un nuovo caso il cambio di fornitura, dopo quello del prestito concesso a un società riconducibile all’emittente privata Rete 55. Vicenda politica, perché la fondazione ha un cda nominato dal Comune, ed è retto da Christian Campiotti della Lega Civica di Stefano Malerba, un tempo alleato della Lega Nord (quando era Udc) e oggi in transito verso il centrosinistra.
Qualche giorno prima che terminasse il suo mandato l’ex sindaco Attilio Fontana avrebbe inviato due lettere sull’appalto mensa alla casa di riposo: una lettera è stata inviata alla Procura della Repubblica di Varese e una è stata recapitata all’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione. L’oggetto della missiva è appunto il servizio mensa della Fondazione Molina, assegnato con affidamento diretto e senza gara lo scorso maggio.
Non è una denuncia, chiariamo, ma si tratterebbe solo di una segnalazione, una presa d’atto, con relativa palla girata alla magistratura.
Il cambio di fornitura è stato deciso in primavera dal vertice della Fondazione, ma l’azienda che ha perso, come spesso accade, si è lamentata e ha scritto all’allora sindaco Fontana. Si tratta della Pellegrini spa, nota azienda di ristorazione guidata dal cavalier Ernesto Pellegrini. Quest’ultimo ha segnalato alcune circostanze al sindaco, che ha preso carta e penna e girato tutto a Procura e Anac. Il punto è semplicemente chiarire se l’appalto mensa andasse affidato con un bando di gara opporre se basti una selezione di mercato privata. La Fondazione Molina ha infatti i vertici nominati dal sindaco, ma è un ente privato. Con quale inquadramento deve lavorare?
L’imprenditore Ernesto Pellegrini (nella foto) fa questa ricostruzione. «Abbiamo 8mila dipendenti e fatturiamo 500 milioni di euro l’anno – osserva Pellegrini – la Fondazione Molina è solo uno dei nostri appalti. Lavoravamo lì da 13 anni. Detto questo, ho incontrato il presidente della Fondazione Christian Campiotti, a Varese, lo scorso autunno e mi disse che erano soddisfatti del nostro operato. Successivamente, per tre volte, il presidente mi chiese una proroga del contratto, a dicembre 2015, marzo 2016, aprile 2016, perché, mi scrisse, avevano bisogno del tempo necessario per predisporre la gara di appalto. E invece una gara non c’è stata. Il servizio mi risulta sia stata affidato. Sono rimasto male perché non ci hanno proprio considerato. Abbiamo chiesto un parere legale e abbiamo dei dubbi. La fondazione è privata ma il cda è nominato dal sindaco. Secondo gli avvocati è inquadrabile in un organismo di diritto pubblico. Ho scritto all’ex sindaco Fontana, ma anche al nuovo sindaco Galimberti, che è informato di tutto. E ho scritto anche alle autorità preposte». Pellegrini, notissimo ex presidente dell’Inter, sottolinea però un punto che gli sta particolarmente a cuore. «Gli appalti si vincono e si perdono, non è quello il problema. E’ che non mi piace essere preso in giro. Mi avevano scritto che stavano preparando una gara, e invece la gara non c’è stata e hanno proceduto ad assegnazione diretta senza avvisarci».
Christian Campiotti replica così: «Abbiamo usato dei termini che sono inquadrabili come sinonimi, ma alla fine la nostra è stata una semplice selezione di mercato. I pareri giuridici di tutte le Fondazioni come la nostra ci danno ragione, siamo un ente privato. Sappiamo delle lettere della Pellegrini e del fatto che il sindaco Fontana l’abbia girata all’Anac. In realtà c’è anche un’altra lettera che la Pellegrini ha inviato a tre soggetti, l’avvocato Fontana e gli onorevoli Maroni e Salvini. Abbiamo fatto una selezione di mercato e abbiamo indirizzato la nostra scelta verso la migliore offerta per qualità e innovazione. Abbiamo aggiunto ad esempio i cibi a chilometro zero. Sono tutti molto soddisfatti. Ha vinto la Sodexo, che è una multinazionale di grande esperienza. La collaborazione con la Pellegrini si è interrotta solo per questo, andava avanti da tredici anni e per la verità non risulta che in passato furono fatte gare di appalto per assegnare loro il servizio. Semplicemente, siamo di fronte ad una azienda che ha perso un lavoro e che come è logico non è stata contenta del risultato. Possono fare ricorso dove vogliono, ma è tutto regolare».
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Sarebbe molto interessante sapere QUANDO l’ex Sindaco Fontana ha inviato l’esposto. Chissà perchè tutti i dubbi sorgono adesso.
Caro Direttore parlo a nome di alcuni colleghi, siamo dipendenti della Fondazione Molina da molti anni e visto gli articoli contro la Gestione della Fondazione di questi ultimi periodi ci sorgono alcune domande:
Come mai nessuno si è mai interessato di come venivano investiti dalla vecchia gestione (prima del presidente Campiotti) i soldi della Fondazione e dove venivano fatti gli acquisti ? sarebbe utile sapere perchè chi si interessa oggi non si sia mai interessato prima.
Prima di scrivere, perchè nessuno viene a verificare il clima che si vive oggi al Molina??
In qualità di dipendenti ci sentiamo stanchi di leggere ogni giorno calunnie usando la Fondazione come campo di battaglia per i propri interessi.
Cordiali saluti