Croce Rossa, Buchi assolto da ogni accusa

Per il tribunale il fatto non costituisce reato. Non vi fu una truffa sui trasporti dei pazienti. Cri soddisfatta. "E' stata dura ma ora contento"

croce rossa luino buchi

Soddisfazione in Croce Rossa Luino; un anno fa il Comitato luinese finì sotto i riflettori per presunte irregolarità amministrative risalenti all’anno 2013.
Dopo un anno di indagini i suoi protagonisti, 8 volontari tra cui il Presidente Pierfrancesco Buchi, sono stati
scagionati completamente da tutto l’impianto accusatorio.

Falso ideologico, falso materiale, abuso d’ufficio, danno erariale, mancate fatturazioni, uso improprio delle ambulanze… tutto archiviato grazie alla presentazione da parte dell’Avvocato Giorgio De Vincenti, legale del
Presidente Buchi, di prove documentali, fotografiche e testimoniali che hanno comprovato l’estraneità dai fatti contestati sia di Buchi che conseguentemente degli altri volontari coinvolti.

Oggi il Tribunale di Varese ha messo la parola fine a questa brutta vicenda. Il Presidente della Croce Rossa di Luino, Pierfrancesco Buchi, è stato assolto con formula piena “perché il fatto non costituisce reato”, durante il rito
abbreviato chiesto la scorsa Udienza Preliminare. Il Tribunale è andato oltre le richieste dello stesso Pubblico Ministero, che pure aveva chiesto l’assoluzione per Buchi, ma fondandola sulla diversa motivazione
dell’insufficienza delle prove, ed ha accolto in pieno le richieste della difesa.

Crearono scalpore le accuse di aver prestato gratuitamente assistenze in ambulanza, a gare sportive tra disabili, presenze a celebrazioni religiose e civili assieme alle Forze dell’Ordine, o a feste per bambini al parco Ferrini.
Vicenda risoltasi in una bolla di sapone, che però ha recato molto dolore ai suoi protagonisti e sicuramente un danno di immagine al lavoro onesto e corretto di tutti i volontari di Croce Rossa.
Nessun dubbio per il Tribunale sull’onestà e la correttezza di Pierfrancesco Buchi, come persona e come Presidente della CRI di Luino.

Rinviati a giudizio, invece, due dipendenti del Comitato dell’Insubria – distaccati a lavorare presso il Comitato di Luino – per truffa ai danni della CRI. Il loro processo inizierà il prossimo gennaio. Gli stessi dipendenti sono stati gli
artefici delle denunce contro Buchi, di fatto creando il famoso scandalo.

“Questa è la legge del contrappasso – commenta Buchi –  ero sicuro che tutte queste accuse infamanti sarebbero state archiviate e che sarei stato assolto dal Tribunale con formula piena. Il mio Avvocato ha fatto un ottimo lavoro.
Significativo che anche il Pubblico Ministero abbia chiesto l’assoluzione.

È stato un calvario giudiziario, psicologicamente parlando, non lo nego, ma la mia famiglia e la Croce Rossa, che è la mia seconda famiglia, mi hanno dato continuamente forza per andare avanti. Non ho mai pensato di mollare.
Ho ricevuto in quest’ultimo anno tantissime dimostrazioni di vicinanza, sostegno ed affetto da moltissimi volontari dei Comitati CRI in Italia, da quasi tutti i volontari di Luino, da tanti cittadini ed Amministratori locali del territorio,
dai Vertici della CRI provinciale, regionale e nazionale. Maurizio Gussoni (Presidente CRI Lombardia nel 2015) è stato il primo a prendere una forte posizione a mia difesa; difendeva me perché sapeva che in gioco c’era la
dignità e l’onore di ogni volontario e di ogni Presidente di Comitato in Italia. Anche Mario Grassi (Presidente Provinciale nel 2015) e Antonio Arosio (attuale Presidente Regionale) mi sono stati vicinissimi.

Il Presidente Nazionale Francesco Rocca mi ha scritto e appoggiato fortemente. Spiace sapere che tutta questa brutta storia sia stata frutto di tre denunce di tre dipendenti CRI. Sono rimasto anche deluso da qualche strizzatina d’occhio che gli stessi hanno avuto da qualche personaggio esterno alla CRI,
che forse sperava in una mia condanna per raggiungere l’obiettivo di eliminarmi politicamente dal contesto locale.

Forse una Croce Rossa forte ed onesta può essere ingombrante, ma io ed i miei collaboratori combattiamo tutti i giorni per confermare che la CRI sia una buona garanzia per tutti, in linea con i nostri 7 Principi; per qualcuno,
però, questa vicenda potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang…
Ora voglio vivere questi momenti emozionanti con la mia famiglia e i tanti amici e volontari della CRI di Luino. Le riflessioni sulle dinamiche a tutela del nostro Comitato le affronteremo presto. È ovvio che chi porta avanti con
cattiveria il linguaggio dell’odio non è bene che faccia parte della Croce Rossa”.
In una nota il Consiglio Direttivo del Comitato Locale esprime pieno sostegno al Presidente Buchi e la gioia per la definitiva uscita da questa brutta storia.

La CRI di Luino commenta: “Non avevamo dubbi sull’assoluzione. Siamo orgogliosi di avere Pierfrancesco come nostro Presidente e con lui lavoreremo ancora più a fondo. Ci aspettano anni impegnativi, ma
con lui alla guida sappiamo che faremo bene e faremo tanto. Il suo entusiasmo è il nostro entusiasmo.”

Da parte sua, l’Avvocato Giorgio De Vincenti esprime la propria soddisfazione: “Come si dice in questi casi… giustizia è fatta. E’ stata pienamente dimostrata l’estraneità del Dott. Buchi a qualsiasi condotta penalmente rilevante, ed
anche l’ultima accusa di abuso di ufficio è caduta grazie ad una sentenza di assoluzione con la formula più ampia, che davvero non lascia alcun dubbio sul merito della vicenda. In attesa delle motivazioni, credo di poter affermare
che le indagini difensive svolte in questi mesi abbiano avuto un ruolo determinate, consentendo di far accedere agli atti del giudizio dichiarazioni testimoniali e documenti che si sono rivelati di fondamentale importanza, unitamente all’esame testimoniale assunto in aula durante la scorsa udienza. Sono particolarmente lieto per il mio assistito – che qui voglio ringraziare per la fiducia accordatami – e per tutta la sua Famiglia”.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 01 Luglio 2016
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