Le competenze senza attitudini non certificano il “buon” lavoratore
Tra i progetti innovativi nella ricerca del lavoro, Openjobmetis e Mind the bridge hanno selezionato anche alcune idee presentate da studenti e giovani consulenti
Tra i progetti selezionati da Openjobmetis e Mind in the bridge per innovare la ricerca del lavoro, oltre a dodici startup, ci sono anche alcune idee presentate da studenti e giovani lavoratori. Tra questi c’è Stefano Rizzo (nella foto), 33 anni, già consulente di una agenzia Openjobmetis a Torino.
Rizzo ha pensato di realizzare un portale (Share) dedicato all‘orientamento al lavoro. «Considerata la capillarità di Openjobmetis – ha spiegato il consulente – si puo’ offrire un servizio in più al cliente con un doppio vantaggio sia per l’azienda che per il lavoratore. Avere una persona certificata anche per quanto riguarda le motivazioni e le attitudini è una garanzia in più per chi assume, mentre il lavoratore quando è orientato bene tenderà a rimanere in azienda e a raggiungere certi livelli. Chiaramente tutto questo deve andare di pari passo con le competenze che possono essere saggiate grazie alle nostre filiali. In un mondo che cambia costantemente è importante innovare nel servizio».
Tra le attitudini molto apprezzate dalle imprese c’è il coraggio. «È fondamentale che il candidato si metta in gioco – continua Rizzo -. Per esempio, in un Paese dove c’è poca mobilità nel mercato del lavoro, nel senso di scarsa disponibilità a cambiare città, sede e situazioni, chi è disposto a trasferirsi rivela un’attitudine al cambiamento. Le competenze si possono sempre acquisire con lo studio e la formazione, ma le attitudini no, perché sono la parte costitutiva della personalità. Ecco perché orientare diventa determinante nel servizio».
Marco SperoniUn altro progetto è “Repetita iuvant“, proposto da due studenti dell’Università dell’Insubria, Marco Speroni e Sebastiano Tubère, che hanno deciso di dire stop al mercato clandestino delle ripetizioni private, un vero mercato selvaggio, caratterizzato dai pagamenti in nero, cioè senza il rilascio da parte dei docenti di nessun documento fiscale, scontrino, fattura o ricevuta. Un mercato valutato oltre gli 800 milioni di euro, naturalmente tutti in nero (fonte Fondazione Einaudi), un giro di affari enorme a cui i due studenti cercheranno di porre fine attraverso una piattaforma informatica data in concessione gratuita alle scuole. In questo modo a guadagnarci non saranno solo i professori, ma anche le famiglie e gli studenti.
Entrambi i progetti, insieme a Best-Ing, idea di Emanuele Salvatti e Pierluigi Battaglia che connette le aziende all’offerta di ingegneri, prenderanno parte insieme ai 12 progetti big al Boot camp con i manager di Openjobmetis in programma il 2 e 3 luglio a Varese.
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