L’estate di Arona… riempie Angera
Frecce e fuochi d'artificio portano la folla su entrambe le rive ma a pagare il grosso delle spese è la "sponda grassa". Alle critiche il sindaco replica: "Abbiamo contribuito"
Due “sorelle” sul lago, una più incline alla movida e al turismo, l’altra decisamente più mite e tranquilla. Si guardano negli occhi ogni giorno, da rocca a rocca, e pur condividendo la stessa acqua, sono così diverse e proprio per questo uniche. Dire quale sia la più bella, se Angera o Arona, non è possibile perché si finirebbe a discutere dell’eterno confronto tra le virtù e i limiti delle due sponde del Verbano.
Ma cosa succede quando lo “sprint” di una, nella fattispecie Arona, spinge l’altra a seguirla? Adeguarsi può apparire come un obbligo oppure può essere vissuto come uno stimolo a uscire dalla quotidianità.È quello che è accaduto in questo mese di luglio, con un evento in particolare, l’esibizione delle Frecce Tricolori così come nella serata di ieri con lo spettacolo pirotecnico della cittadina piemontese che Angera ha seguito “a distanza” costruendoci attorno la sua Notte Bianca.
Due appuntamenti “nel cielo”, che essendo comune, hanno richiamato migliaia di persone su entrambe le rive, nonostante l’idea e la spesa per l’organizzazione dell’evento principale venissero sempre dalla stessa parte, quella piemontese. Così, proprio quello che è sembrato un “andare a rimorchio”, da parte di Angera a qualcuno non è piaciuto e sui social e non solo, si è trasformato in critiche all’amministrazione anche da parte dei cittadini delle due località (qui ad esempio).
L’immagine del compagno “che va a scrocco” non piace per niente al sindaco, Alessandro Paladini Molgora che precisa: «In questo momento di grave crisi che tocco con mano ogni giorno non ho la benché minima intenzione di aumentare le tasse ai miei cittadini per andar dietro a costose mode, vecchie come il mondo che invocano ai “circenses” più che al “panem”»
«Angera – prosegue il primo cittadino – cerca con umiltà ed impegno di curare gli aspetti culturali, gioiosi e giocosi che attengono alla propria tradizione, soprattutto a basso costo, perché non possiamo permetterci sprechi di danari che non ci sono. Questo è! E con sincerità ed orgoglio lo affermiamo, senza per questo sentirci in difetto. Quando ce ne sono, si spendono. Quando non ce n’è, si fa economia. Anche a noi piacerebbe poter dare 80.000 € all’anno alla Pro-loco che ad Angera non esiste. Siamo contenti per gli aronesi che possono contare su simili somme da destinare per l’attività di quest’associazione. Noi possiamo contare complessivamente solo su poco più di 15.000 € l’anno per tutte le attività culturali, sportive, sociali e di intrattenimento, frutto della rinuncia ai compensi (totale o parziale) del sindaco e degli assessori. Con questo non vogliamo sottrarci al dover contribuire per quello che possiamo».
Nel dettaglio: «Non è vero che Angera non ha contribuito alla manifestazione delle Frecce tricolori. Ad Angera è spettato il compito di organizzare e coordinare la sicurezza su tutto il versante lombardo della manifestazione. Per questa iniziativa abbiamo dovuto effettuare uno stanziamento straordinario di 10.000€ (con quante difficoltà). Cosa diversa il non aver potuto dare direttamente soldi al Comune di Arona, perché le leggi dello Stato lo vietano. Volontari, commercianti e associazioni si sono dati da fare per rendere una manifestazione sicura e apprezzabile anche dall’altra parte del lago. Tale compito sarebbe spettato all’organizzatore ma volentieri ci siamo adoperati ed in accordo con l’amico sindaco di Arona. I fuochi artificiali sono organizzati dalla Pro-loco di Arona e i commercianti di Angera hanno concordato con loro delle iniziative congiunte. Per esempio l’illuminazione della Rocca con delle figure e luci cromatiche al laser, a beneficio della vista da Arona. Al sindaco
Gusmeroli ho proposto di pubblicizzare Arona e le sue manifestazioni nel nostro nuovo ufficio turistico, sul nostro sito web del turismo. Estendo l’invito alla Pro-loco aronese. Fin dove possiamo, noi ci siamo».
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