Ocst: “A quando la firma dei nuovi accordi sui frontalieri?”
Il sindacato svizzero Ocst sollecita le parti a chiarire i tempi per la firma ufficiale dei nuovi accordi fiscali
Quando verranno firmati ufficialmente i nuovi accordi fiscali tra Italia e Svizzera che riguardano i frontalieri? Se lo chiede il sindacato Ocst, in una nota diffusa oggi.
“Il tempo passa e in molti si chiedono quando verrà firmato il tanto dibattuto nuovo Accordo relativo all’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri – si legge nel comunicato – Si era infatti detto in un primo momento che la firma ufficiale sarebbe avvenuta entro fine giugno. I due Stati del resto hanno da tempo raggiunto l’intesa sui contenuti (i quali sono stati enunciati da OCST nelle numerose assemblee pubbliche tenute nei mesi scorsi); ricordiamo infatti che l’Accordo è già parafato (ovvero approvato dai tecnici responsabili delle due delegazioni negoziatrici). Lo stesso Vieri Ceriani (responsabile per l’Italia) aveva più volte affermato davanti ai sindacati che l’estate sarebbe stato il periodo probabile per la firma definitiva”.
Al contrario il tempo passa e la firma sembra tardare: “Del resto l’Italia è sempre stata chiara fin dalla stesura della road-map pubblicata nel febbraio dello scorso anno: l’Accordo potrà essere firmato solo se il Canton Ticino rinuncerà a pretendere dai frontalieri il casellario giudiziale, la qual cosa viene giudicata come discriminatoria dal Governo centrale – prosegue la nota dell’Ufficio frontalieri di Ocst – Il concetto è stato ribadito in questi giorni persino dall’ambasciatore italiano a Berna Marco Del Panta in una lettera spedita al Corriere del Ticino: “È noto che l’Italia, in sede di parafatura dell’Accordo, ha posto due condizioni per la firma: una soluzione al referendum contro l’immigrazione di massa […] e la cessazione di misure discriminatorie, in particolare la rimozione dell’obbligatorietà del requisito del casellario giudiziale”. Insomma, i patti sono chiari ed è noto come persino il Governo federale abbia più volte fatto pressione sul Ticino affinché facesse dietrofront permettendo lo sblocco dell’impasse.
Dal canto suo il Consiglio di Stato ticinese non sembra intenzionato ad assecondare facilmente il diktat federale: basti pensare che proprio nei mesi scorso lo stesso Governo cantonale ha ribadito la volontà di proseguire con il casellario, la qual cosa rischia dunque di posticipare non poco la firma dell’Accordo. Non si possono inoltre tacere le manovre a livello federale, ultimamente molto intense, per trovare una soluzione con l’UE in merito al citato referendum contro l’immigrazione di massa (trattativa rallentata a sua volta dal caos generato dal caso Brexit). Insomma, i fronti caldi non mancano e come più volte rimarcato da Ocst è ora impossibile tracciare delle conclusioni certe della situazione in cui si troveranno i lavoratori nei prossimi anni”.
I frontalieri potranno dunque andare in ferie senza sorprese? “Difficile dirlo con certezza – conclude il sindacato – ma gli indizi fanno pensare che non ci saranno novità prima dell’autunno (se non oltre). Contattati da Ocst, anche alcuni responsabili della delegazione svizzera confermano il momentaneo stato di stand-by, aggiungendo poi che dopo la firma i lavori parlamentari per la ratifica dell’Accordo dureranno non meno di due anni. Ormai lo si è capito: il tema sembra davvero destinato ad accompagnarci per lungo tempo”.
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