Badante scoperta a rubare, 300 euro nel reggiseno

Aveva dei precedenti che aveva tenuti nascosti. Colta sul fatto dovrà scontare i domiciliari

carabinieri controlli schiranna

Tenere un anziano a casa, non mandarlo alla casa di riposo: è un sacrificio, ma una famiglia lo fa volentieri, per evitargli la solitudine e offrire il conforto degli affetti. Serve però una badante, che aiuti nelle faccende domestiche e dia una mano ai nostri anziani. E dove trovarla? Ci si può può rivolgere a cooperativa o enti che di solito reclutano la persone che fanno questa professione, testano le competenze e fanno da filtro per acquisire persone che abbiano referenze.

Ecco, tutto questo non ha funzionato nel caso di una donna italiana di 46 anni che era stata reclutata da una cooperativa del ramo e proposta a una famiglia di Vedano Olona. Ieri, mentre la donna era in casa, i proprietari dell’appartamento si sono accorti che mancavano dai cassetti diverse collane e monili in oro per il valore di 300 euro. Si era anche impossessata di una colonnina di famiglia. Inoltre la badante infedele aveva sottratto una banconota da 20 euro.

I padroni  di casa sono stati molto pronti: hanno allertato i carabinieri e fatto arrivare in casa una pattuglia dalla stazione di Malnate a cui si è affiancata, in ausilio, una pattuglia dei carabinieri di Viggiù. I militari sono entrati nell’appartamento, hanno ascoltato la ricostruzione dei familiari e notato che in casa non c’erano segni di effrazione: hanno interrogato la badante e hanno infine capito che i gioielli li aveva indosso, fino a che non ha estratto tutta la refurtiva dal reggiseno.

I carabinieri hanno accertato inoltre che la donna aveva già dei precedenti specifici di furti nelle case in cui aveva lavorato. E inoltre aveva a suo carico delle denunce per guida in stato di ebbrezza. Insomma, non proprio una persona referenziata. Il problema è che i precedenti penali della badante infedele erano sempre stati accompagnati dalla misura attenuata della “non menzione” sul casellario giudiziale  e così i datori di lavoro non avevano mai potuto vederne i precedenti. Il caso è ora passato al pm Sabrina Ditaranto, questa mattina si è svolta la direttissima ed è probabile che, vista le reiterazione del reato, questa volta la giustizia andrà fino in fondo. Il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, il processo si celebrerà il 14 settembre.

 

 

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 09 Agosto 2016
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