Cassani: “Sentirò anche i pakistani e dirò no alla moschea”
Il Primo Cittadino ha fissato un incontro con i capi della comunità il 29 settembre. «Non hanno un unico interlocutore e non posso certo parlare con tutti quelli che si presentano a nome della comunità pakistana»

Le dichiarazioni del sindaco Andrea Cassani rilasciate in un’intervista al quotidiano “La Prealpina” di giovedì 25 agosto ha messo in fibrillazione la comunità pakistana gallaratese, la più numerosa in provincia di Varese. Nell’intervista, alla domanda se avesse dato appuntamento a tutte le persone che glielo avevano chiesto, il sindaco aveva risposto: «Tranne ai pakistani. Li ho messi in attesa perché voglio capire bene come stanno le cose».
Sindaco che cosa voleva dire con quella frase?
«Non è vero che non ascolterò i pakistani. Hanno già un appuntamento per il 29 settembre, appuntamento che ho fissato un mese fa. Il problema vero è un altro»
Qual è?
«Loro non hanno un unico interlocutore, aspetto che rende molto difficile stabilire un rapporto. Non posso certo parlare con tutti quelli che si presentano a nome della comunità pakistana. E poi in questi giorni vengono persone che hanno problemi seri, concreti: c’è chi ha perso il lavoro, c’è chi non ha i soldi per iscrivere i figli a scuola e chi non riesce a tirare avanti. Per non parlare dell’emergenza aiuti ai terremotati. Come vede le priorità sono altre».
Per quale motivo la comunità pakistana le chiede con insistenza un incontro?
«Per la moschea che non è una priorità di questa amministrazione e soprattutto non è nel mio programma elettorale. Comunque, non capisco perché i musulmani non fanno intese con lo Stato italiano e il ministero dell’Interno, come fanno tutte le altre confessioni».
Ma i pakistani gallaratesi sono una presenza storica della città e molti di loro hanno la cittadinanza italiana.
«È vero è una comunità numerosa, radicata. Ma vorrei ricordare i fatti di via Pacinotti quando pakistani e marocchini si scontrarono, questo per rimarcare quanto la comunità musulmana sia divisa al suo interno, frammentazione che, ripeto, rappresenta un ostacolo».
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