Giovani Padani: cartelli antiburqa fuori dai negozi
I giovani sostenitori leghisti si rifanno a una legge degli Anni di Piombo che impone il riconoscimento della persona che gira in luogo pubblico o aperto al pubblico. Pinti annuncia un'interrogazione

I Giovani Padani di Varese con una nota scritta entrano nella polemica sul diritto delle donne islamiche di girare con il burqa (ovvero a volto coperto secondo i dettami islamici) per le strade e i negozi di Varese. Il 16 agosto scorso infatti una foto dell’ex consigliere comunale di Forza Italia Piero Galparoli ritraeva un gruppo di donne con il burqa in via Morosini. Lo stesso Galparoli nel recente passato nella veste di consigliere comunale a Varese aveva proposto un’ordinanza antiburqa.
«La legge italiana parla chiaro – scrivano i giovani leghisti – sin dai famosi anni di piombo: è vietato rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, motivo per cui anche senza l’ordinanza comunale “anti-burqa” (che è comunque in vigore da gennaio) chi gira a volto coperto è da sanzionare. Anche l’Europa ci dà ragione: il volto è fondamentale nelle civili relazioni, recita una sentenza di Strasburgo in riferimento alla nota legge francese anti-velo, e vietarne l’occultamento non lede alcun diritto umano».
«Troviamo poi preoccupante – continua il comunicato stampa dei Giovani padani – la noncuranza dimostrata verso la pubblica sicurezza e la pur minima difesa della civiltà europea, da parte di quei politici e commercianti che davanti all’occultamento del volto girano lo sguardo e tacciono, magari valutandolo poco importante rispetto a denaro e poltrone. Senza addentrarci ulteriormente in analisi sociali e culturali del fenomeno, troviamo pericolosa tale superficialità dell’Assessore Zanzi, pertanto vista l’inerzia dell’amministrazione stiamo vagliando l’opzione di distribuire a tutti i cittadini e commercianti di Varese dei cartelli (simili a quelli già forniti in passato da Regione Lombardia) da noi autoprodotti che invitano a vietare l’ingresso a volto coperto in esercizi e luoghi sia pubblici che privati».
Nel frattempo il consigliere Pinti del Carroccio annuncia un’interrogazione in consiglio comunale per chiedere conto dell’effettività dei controlli e delle sanzioni per chi indossa il burqua.
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