Immigrazione, Catone smonta i luoghi comuni con un blog
Il terntenne consigliere comunale di opposizione è al centro di un progetto di racconto della realtà dei flussi migratori che punta a smontare luoghi comuni e bugie
Smontare i luoghi comuni attorno ad una delle più grandi sfide del presente, quella dei flussi migratori, della gestione e dell’accoglienza di centinaia di migliaia di persone in fuga dal sud povero e martoriato da guerre e persecuzioni verso il nord ricco e sempre meno disposto a fare da approdo per questi disperati. L’Italia, per la sua posizione geografica, è al centro di questo fenomeno che può essere paragonato solo alle migrazioni causate dalla Seconda Guerra Mondiale.
La sfida di Stefano Catone, trentenne di Solbiate Olona, consigliere comunale d’opposizione nel suo piccolo paese della Valle Olona e tra i fondatori di Possibile in provincia di Varese, è un blog che si chiama “Nessun paese è un’isola”.
Così lo definisce il blogger solbiatese: «È un lavoro di analisi e di decostruzione dei luoghi comuni e della propaganda riguardante i flussi migratori e l’accoglienza. I famosi 35 euro al giorno regalati agli immigrati, che in realtà sono destinati agli italiani che se ne occupano. La profugopoli sbattuta in prima pagina, senza considerare che i cattivi esempi – che vanno spazzati via – in realtà nascondano modelli virtuosi e efficaci».
L’impegno di Catone è quello di raccontare in maniera normale ciò che viene definito da tempo un’emergenza: «È, come sempre, la logica dell’emergenza quella da superare. È, come sempre, la storia e la vocazione del nostro Paese: una “quasi isola” in mezzo al Mediterraneo, orientata in senso meridiano, naturale collegamento tra il Nord più ricco di noi e il Sud che sta molto peggio di noi».
In questo viaggio, curato da Stefano Catone, le guide sono Luca Ciabarri (antropologo) ed Elly Schlein (parlamentare europea) offrendo uno sguardo internazionale e più precisamente europeo al fenomeno, lo stesso Stefano Catone e Marco Omizzolo (sociologo) con due inchieste sulle potenzialità del sistema di accoglienza italiano, Daniela Di Capua (direttrice SPRAR) intervistata da Erika Capasso sulla rete SPRAR e Giulia Capitani (OXFAM) sul sistema hotspot.
Il libro che verrà realizzato ospiterà anche le testimonianze del comitato Possibile di Udine sulla rotta balcanica, i volontari del centro Baobab di Roma e di Welcome Refugees, Paolo Naso sui canali umanitari attivati da Mediterranean Hope. Chiudono il giornalista Fabrizio Gatti e la sua vita da migrante e Riccardo Staglianò sul sistema dei media. A Giuseppe Civati sono lasciate le conclusioni e l’impegno a tradurre in politica tutto questo.
Catone chiede un sostegno con una raccolta fondi attraverso Eppela (qui) per raggiungere due obiettivi: la pubblicazione di un libro e l’organizzazione di convegni ed eventi sul tema, in tutta Italia.
«Perché sostenerci? Perché la prossima pagina tocca scriverla a tutti noi che che ci reputiamo costruttori di pace, inclusione e convivenza. Perché non è il tempo della paura, ma è il tempo di guardarci negli occhi e dire che un mondo migliore è possibile, ma possiamo contare solo sulle nostre forze. Spiegando, raccontando, mettendo in pratica e diffondendo gli esempi virtuosi, costruendo una cultura dell’accoglienza».
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