Quell’asteroide che ha “sfiorato” la terra fotografato dal Campo dei Fiori
Si tratta di uno dei 50 asteroidi passati più vicino al nostro pianeta osservato grazie al prezioso lavoro dell'Osservatorio Astronomico G.V. Schiaparelli che ci ha spiegato alcuni "scenari inquietanti"

Un asteroide di circa 30 metri di diametro, denominato 2016 QA2, è passato nella notte del 28 agosto, alle ore 03.24 italiane, a circa 80.200 chilometri dalla Terra, circa un quinto della distanza Terra-Luna. Una distanza enorme per l’immaginario comune ma davvero piccola su scala astronomica.
Lo hanno fotografato dall’Osservatorio Astronomico G.V. Schiaparelli del Campo dei Fiori dopo che un osservatorio amatoriale situato in Brasile, nel corso del loro programma di ricerca di asteroidi, lo aveva scoperto circa 19 ore prima del massimo avvicinamento alla Terra.
Si tratta di uno dei 50 asteroidi passati più vicino al nostro pianeta e l’immagine dell’osservatorio mostra la strisciata che ha lasciato in soli 15 secondi di posa mentre si trovava nella costellazione di Andromeda.
L’osservazione di questo tipo di eventi è proprio una delle attività principali dell’osservatorio al Campo dei Fiori che, insieme alla rete internazionali di osservatori, si occupa di monitorare cosa accade in cielo. «Avvicinamenti di questo tipo non sono rari – ci spiega Luca Buzzi, autore dello scatto dall’osservatorio Schiaparelli – ma questo è passato particolarmente vicino alla terra, circa al doppio della distanza dove sono collocati alcuni dei satelliti metereologici che monitorano la terra ed è stato scoperto appena 19 ore prima del momento di massimo avvicinamento al nostro pianeta».

Un’attività, quella di osservazione del cielo che portano avanti all’osservatorio, fondamentale per numerose ragione scientifiche ma anche, facendo i relativi scongiuri, per prevedere situazioni di impatto sulla terra: «attualmente esistono più di 14mila asteroidi scoperti e monitorati la cui orbita è vicina a quella della terra – spiega Buzzi -. Non esistono situazioni di pericolo di impatto sul nostro pianeta ma vengono continuamente osservati per capire se la loro orbita non viene deviata con il passaggio vicino ai pianeti. Inoltre ogni mese si scoprono decine di nuovi asteroidi, proprio come quello osservato ieri, perché vedere una roccia della dimensione di 30 metri a così grande distanza non è sempre possibile prima che si avvicini alla terra».
Per curiosità abbiamo chiesto all’esperto dell’osservatorio le conseguenze di un eventuale impatto sulla terra di un asteroide come quello osservato e, con lo scrupolo che non cede al sensazionalismo tipico degli esperti di materie astronomiche, ha provato a spiegarci alcuni scenari: «la questione è molto complicata ma semplificando potremmo dire che molto dipende dalla composizione dell’asteroide – spiega Buzzi -: se è composto di materiale poroso ciò potrebbe attenuarne l’effetto, mentre se composto di roccia compatta e dura avrebbe tutt’altre conseguenze. Diciamo che con la traiettoria e le condizioni più sciagurate possibili una roccia di 30 metri, se dovesse cadere sopra di noi, potrebbe esplodere a circa dieci chilometri di altezza per via dell’atmosfera ma produrre un’onda d’urto simile ad una bomba atomica in grado di devastare un’intera cittadina».
Con un briciolo di ansia in più non ci resta che sperare che osservatori come quello al Campo dei fiori continuino a fare il loro prezioso e meticoloso lavoro così come allo Schiaparelli fanno dal 2001, diventando uno degli osservatori amatoriali più importanti al mondo in questo campo.
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