Terrorismo, arrestato un giovane siriano residente a Varese
La Polizia di Stato di Genova ha svolto un’articolata operazione fra Genova e Varese che ha visto la collaborazione delle Digos delle due città e di personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova e Milano
Terrorismo internazionale, arrestato un cittadino siriano di 23 anni, disoccupato, residente a Varese accusato di essere un reclutatore di jihadisti. Si chiama Mahmoud Jrad ed è residente in una casa popolare nella zona di San Fermo. N0n aveva propositi di compiere attentati in Italia bensì di partecipare ad azioni in Siria. Il giovane, secondo quanto accertato dall’inchiesta, si è radicalizzato nel corso dell’ultimo anno: insieme al fratello ha iniziato a frequentare dei connazionali siriani a Genova, che lo hanno in sostanza influenzato circa i propositi di aderire a un’organizzazione terroristica.
I due fratelli sono entrati in contrasto con la famiglia, dato i genitori non condividerebbero i propositi dei figli, e nel corso del 2015 si sono allontanati da casa, per fare poi ritorno a Varese negli ultimi mesi.
Nell’inchiesta sono indagati tre imam genovesi, il fratello del giovane e altre due persone che frequentano le moschee. Sarebbero coinvolti anche i tre libici fermati nei primi giorni dell’anno in porto con tre auto sospette.
La Polizia di Stato di Genova ha ribattezzato l’articolata operazione “Fitna” e le operazioni si sono svolte fra Genova e Varese, grazie alla collaborazione delle Digos delle due città e di personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova e Milano. L’indagine è diretta dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova e coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
Il reato ipotizzato dal pubblico ministero è partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo anche internazionale (previsto e punito dall’art. 270 bis c.p.).
Nel corso delle indagini sono state raccolte “solide evidenze” sull’intenzione del giovane di recarsi in Siria per unirsi alle fila di “Jabhat al Nusra”, il “Fronte del soccorso al popolo di Siria”, protagonista del rapimento delle due cooperanti italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, poi liberate a gennaio del 2015, e per cui stava pianificando un imminente viaggio, circostanza che ha determinato, a fronte del “pericolo di fuga”, la misura pre-cautelare del fermo.
Come si diceva non sono, invece, emerse evidenze su possibili progettualità violente da attuare sul territorio nazionale. Il giovane si sarebbe radicalizzato in Liguria, per questo l’indagine è partita dalla Digos di Genova.
Visti gli stretti rapporti del 23enne con alcuni soggetti stranieri residenti a Genova e Rapallo, e per chiarire il loro ruolo nella vicenda dell’ipotizzato arruolamento del 23enne fra le fila della formazione jihadista, la polizia ha effettuato la perquisizione personale, informatica e domiciliare di 5 persone.
Sono stati oggetto di perquisizione anche alcuni luoghi di culto, nel centro storico genovese a piazza Durazzo, via Castelli e vico Amandorla e nella cittadina rivierasca in via Cereghetta.
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