I ticinesi hanno deciso: “Prima i nostri”
Il 58 per cento degli elettori ha votato si alla proposta Udc. Respinta la proposta "Basta con il dumping salariale". Tutte le reazioni
I cittadini ticinesi hanno votato Sì a larga maggioranza per l’iniziativa popolare dell’Unione democratica di centro che vuole dare la priorità ai lavoratori residenti nel Cantone.
A comunicarlo è swissinfo.ch, alla fine dello spoglio per la consultazione, che spiega come nei referendum di domenica 25 settembre, il 58 per cento degli elettori ha scelto di preferire, a parità di qualifiche, i residenti rispetto ai frontalieri. A proporre la “preferenza indigena”, come soluzione alla costante e crescente presenza dei frontalieri italiani (lombardi in particolare) sul mercato del lavoro del Cantone, è stato l’Udc, partito della destra già sostenitore dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” del 9 febbraio 2014, passata in Ticino con oltre il 60 per cento dei consensi.
I votanti hanno invece respinto col 52,4% l’iniziativa promossa dal Movimento per il socialismo (piccola formazione della sinistra radicale) denominata «Basta con il dumping salariale». Il testo chiedeva di potenziare i controlli sul mercato del lavoro per lottare contro la pressione al ribasso sui salari.
Il parlamento aveva già bocciato la proposta, ritenendola troppo costosa, e aveva presentato un controprogetto dai costi più contenuti, che mirava ad ottimizzare gli strumenti già esistenti per sorvegliare e lottare contro questo fenomeno. E ‘ stato questo controprogetto, sottoposto anch’esso a votazione, a ottenere i favori dei votanti: lo hanno accettato col 55% di sì.
Alla base di entrambe le proposte c’è una crescente richiesta di trovare soluzioni per contrastare il dumping salariale e ridurre la disoccupazione. Il numero dei frontalieri è cresciuto costantemente negli ultimi anni, nonostante la crisi economica e le difficoltà di molti settori. Attualmente i lavoratori pendolari sono oltre sessantamila e provengono soprattutto dalle province di Como e Varese.
LARA COMI SU REFERENDUM TICINO: “UN CAPOLAVORO DI IRRESPONSABILITA'”
«Oggi in Svizzera stiamo assistendo ad un capolavoro di irresponsabilità – E’ stato il primo commento dall’Italia: a firmarlo è stato l’eurodeputata Lara Comi – Le forze politiche locali che hanno promosso e portato alla vittoria il referendum che declasserà i 65.000 frontalieri italiani non sono consapevoli delle conseguenze che ora ci saranno proprio per i cittadini svizzeri».
L’eurodeputato ha poi segnalato la sua prima iniziativa: «Ho già scritto oggi al Commissario Marianne Thyssen, responsabile per l’occupazione, affari sociali, competenze e mobilità dei lavoratori dell’Unione Europea per incontrarla chiedendo di poter avviare urgentemente la sospensione di tutti gli accordi ad oggi in essere tra Svizzera ed Europa. Al Governo italiano chiediamo infine l’immediata definizione di aree tax free nelle zone di confine con la Svizzera: occorre favorire il rientro e la nascita di nuove aziende che potranno così assumere Italiani».
ALESSANDRO ALFIERI SU REFERENDUM TICINO: “LEGA NORD NON ESENTE DA COLPE”
«Quello che preoccupa di questo referendum è il clima generale di insofferenza nei confronti dei lavoratori italiani che contribuiscono alla ricchezza del Canton Ticino» commenta il segretario e consigliere regionale del Pd Alessandro Alfieri. «E preoccupa ancor di più che la Lega Nord che si riempie la bocca di appelli demagogici in difesa del Nord, va a braccetto con la Lega dei ticinesi promotori del referendum. Se ci saranno conseguenze per i nostri lavoratori di certo la Lega di Maroni e Salvini non sarà esente da colpe».
ROBERTO MARONI SU REFERENDUM TICINO: “VIGILEREMO CHE NON DANNEGGI O DISCRIMINI I LOMBARDI”
«Il Canton Ticino ha votato per bloccare l’ingresso a decine di migliaia di lavoratori lombardi (lavoratori, non immigrati clandestini) che ogni giorno attraversano il confine per lavorare (regolarmente) in Svizzera. L’esito del referendum è chiaro: il popolo sovrano si è espresso, viva la democrazia diretta. Accettiamo l’esito del referendum, naturalmente, ma vigileremo perchè ciò non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi o (peggio) nella introduzione di discriminazioni o violazioni delle norme che tutelano i nostri lavoratori. A partire da domani, dunque, la Regione Lombardia predisporrà le adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori».
PAOLO GRIMOLDI SU REFERENDUM TICINO: “ACCETTARE LEZIONE DEL POPOLO TICINESE”
«La Lega Nord è dalla parte dei nostri lavoratori frontalieri e faremo di tutto per fare in modo che nessuno dei nostri lavoratori possa avere un danno o una discriminazione dall’esito del referendum svoltosi oggi in Svizzera. Detto questo dobbiamo ragionare sulla lezione che ci arriva oggi dal Canton Ticino, dobbiamo rispettare il risultato di questa consultazione, consultazione che ci penalizza ovviamente, perché è doveroso, sempre, rispettare quello che decide il popolo, popolo che in questo caso si è espresso per tutelare le proprie condizioni di lavoro, e ragionare sul fatto che, in una fase di crisi, tutti gli Stati europei stanno cercando di proteggere i propri lavoratori e le proprie imprese, mentre gli unici a non farlo siamo noi, perché in Italia abbiamo i Renzi e le Boldrini che preferiscono riempirci di immigrati che poi tolgono i posti di lavoro agli italiani con la stessa tecnica di accettare salari inferiori o peggior condizioni di lavoro a scapito appunto dei nostri lavoratori. E se oggi i cittadini elvetici votano un referendum che penalizza i lavoratori italiani è anche per colpa del pessimo messaggio negativo fatto arrivare in questi due anni dal Governo Renzi, che aprendo le porte ad un’invasione incontrollata di immigrati, ha portato alla chiusura delle frontiere da parte degli Stati a noi confinanti, con tutte le conseguenze negative del caso, a cominciare da questo referendum di oggi».
FRANCESCA BRIANZA SU REFERENDUM TICINO: “NOSTRI LAVORATORI SONO UNA RISORSA”
«La vittoria del si’ al referendum rappresenta sicuramente una battuta d’arresto al lavoro che da mesi stiamo portando avanti con i nostri vicini Svizzeri e che, fino ad oggi, si e’ svolto in un clima di collaborazione e serenità». È il primo commento dell’assessore di Regione Lombardia con delega ai rapporti con la Svizzera Francesca Brianza. «Ovviamente rispettiamo – dice l’assessore Brianza – la volonta’ popolare che, in questo caso, si e’ espressa contro il parere di Consiglio di Stato e Parlamento. Questo voto – continua – ci deve arrivare come un segnale forte: il principio del referendum è condivisibile, ma i nostri lavoratori sono una risorsa e sono essenziali all’economia del Canton Ticino, regolarmente assunti da aziende che operano in territorio svizzero».
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