Lattuada e Sabba lavorano ad un comitato contro “i finti profughi”
Per i due esponenti di Busto Grande «i richiedenti asilo sono una minaccia ai lavoratori italiani» e sottolineano il dato impietoso delle domande di asilo respinte
Matteo Sabba e Checco Lattuada tornano sulla scena politica cittadina dopo l’esperienza di Busto Grande che ha portato a Palazzo Gilardoni un consigliere comunale. Questa volta i due protagonisti della destra cittadina commentano e annunciano una nuova iniziativa contro “i finti profughi” – come definiscono gli ospiti di via dei Mille che nei giorni scorsi si sono resi protagonisti di una protesta in piazza Plebiscito.
Abbiamo visto tante volte alla TV oppure letto sui giornali le proteste nei centri di accoglienza organizzate dai richiedenti asilo, ma a Busto ancora non si era visto nulla di tutto ciò.
Sembrava una cosa lontana, a volte quasi montata da chi si oppone a queste ondate di pseudo-profughi.
Invece anche la nostra città si è scontrata con questa realtà: da qualche giorno in piazza Plebiscito stiamo assistendo a delle proteste con manifestazioni non autorizzate dei richiedenti asilo.Per questo Busto Grande coglie la palla al balzo per lanciare una battaglia che dovrebbe essere in primis argomento di ogni sindacato italiano: le nostre città non devono in nessun modo vedere neanche uno di questi pseudo-profughi fare un minuto di lavoro.
Il dumping è un tema molto ampio: non è solo una questione di lavoro sottratto ad aziende o artigiani del nostro territorio (non solo ma forse basterebbe…) ci sono anche problemi di sicurezza per noi e per loro. Per qualcuno i richiedenti asilo dovrebbero fare, sotto la giurisdizione comunale, volontariamente dei lavori di manutenzione, pulizia o ristrutturazione, lavori, che a una qualsiasi azienda del nostro territorio, costano in certificati, assicurazioni, corsi per la sicurezza o di addestramento….e chi più ne ha più ne metta. Sappiamo tutti quanto costa un lavoratore in Italia e ora questi signori che forse hanno diritto all’asilo, dovrebbero aver il diritto anche a lavorare senza nessuna garanzia per noi e per loro? Perché?
Stiamo valutando l’organizzazione di una conferenza sul tema, saremmo entusiasti di accogliere durante questo incontro personalità del mondo sindacale che per prima dovrebbe ergersi contro questa possibilità che ricorda molto la schiavitù: un piatto di pasta e un tetto in cambio di lavoro nero e senza tutele.Per quanto riguarda invece la questione più politica Matteo Sabba e Checco Lattuada si stanno interessando per costituire un comitato, una specie di Basta Finti Profughi a Busto!
Qui la questione è molto semplice da capire, le guerre degli ultimi anni sono in Siria, in Libia e se allarghiamo di molto il bacino di interesse del mediterraneo possiamo arrivare fino all’Iraq (senza considerare che queste guerre sono causate dall’occidente per chiari motivi imperialistici) ma se vediamo le foto di queste manifestazioni o sentiamo quello che la propaganda del regime dell’accoglienza ci propina possiamo notare che di Siriano, Libico, Iracheno c’è veramente poco ma soprattutto tutte queste donne e questi bambini che giustamente invocano l’asilo non ci sono.
Se invece guardiamo alle percentuali di richieste d’asilo accettate vediamo subito che il dato è impietoso.
Per questo ci sentiamo presi in giro da tutto un sistema che parla di accoglienza irrinunciabile per queste persone che altrimenti rischierebbero sicuramente la loro vita.La “cosa giusta” questa volta è lapalissiana: rimandare al proprio paese chi non ha diritto all’asilo, cambiare radicalmente il sistema dell’accoglienza, avere rapporti chiari e netti con gli Stati da cui partono e soprattutto dare dignità e solidarietà vera a chi è un vero profugo e lecitamente fa la domanda di asilo. La ciliegina sulla torta sarebbe quella di indagare chi ha “mangiato” con il business dei profughi e condannare qualora si trovino mancanze di qualsiasi genere. Solo così si potrà dire che è stato tutelato il Popolo Italiano
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