Svizzera e Italia unite dalle ciclabili
Un progetto Interreg se finanziato permetterà di ampliare i collegamenti su due ruote. Varesotto uno snodo fondamentale per la mobilità dolce

«La realizzazione di una rete di piste ciclopedonali collegate tra loro, ma anche con i percorsi svizzeri già esistenti e quelli del Parco del Ticino non è più un sogno. Ora è anche un progetto, che presenteremo al bando Interreg per ottenere i primi finanziamenti».
Lo dichiara il Consigliere provinciale di maggioranza Marco Magrini dopo gli incontri fatti con i Comuni su questo tema, ma anche su altre progettualità finanziabili attraverso gli altri assi tematici del bando.
«Provincia di Varese è attenta a tutte le opportunità di finanziamento che esistono a livello regionale, nazionale ed europeo – continua Magrini – e in questo momento stiamo lavorando, anche sulla base di una serie di interlocuzioni già avvenute con Regione Lombardia, Canton Ticino e i nostri Comuni, per presentare la nostra candidatura ai bandi Interreg su temi legati alle infrastrutture, mobilità sostenibile, valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e governance transfrontaliera. In questo quadro proprio i Comuni e le Comunità montane, ovvero gli enti più vicini ai territori, hanno un ruolo strategico e con loro abbiamo ragionato, progetti alla mano, sull’implementazione delle piste ciclopedonali, sulla mobilità transfrontaliera, che implica una serie di azioni per creare punti utili all’intemodalità e al car pooling e, insieme al consigliere provinciale Valerio Mariani su depurazione e miglioramento delle acque del Ceresio».
Proprio l’implementazione e la connettività delle rete ciclopedonale e la mobilità transfrontaliera rappresentano i primi progetti che verranno candidati.
In provincia di Varese esiste da tempo una serie di piste ciclopedonali che hanno un’estensione di oltre 70 chilometri. Si tratta di infrastrutture di proprietà della Provincia, delle Comunità Montane, dei Parchi e dei Comuni. Sempre nella nostra provincia passano due corridoi internazionali dedicati alla mobilità dolce: uno lungo la direttrice del Verbano e l’altro della Valmorea, dove per altro si trovano gran parte dei tracciati già realizzati. Gli uffici di Villa Recalcati hanno quindi redatto un piano, sulla base delle proposte avanzate da Comuni e Comunità montane, finalizzato a sviluppare la rete, ma soprattutto a connettere l’esistente con i terminali della rete elvetica che arrivano a Gaggiolo, Zenna e Ponte Tresa. Nel progetto è poi prevista anche la connessione con le ciclovie del Parco Ticino, la quale una volta realizzata farà della nostra provincia un nodo ciclopedonale importantissimo tra Milano e il sud della Lombardia e l’Europa. «In termini di opere – continua Magrini – questo comporterà la realizzazione di un tracciato lungo la sponda del Lago Maggiore e la connessione tra le ciclabili del lago di Varese e della Valcuvia, la prosecuzione da Luino a Zenna e la prosecuzione della ciclabile della Valle Olona. L’Interreg è quindi solo un inizio importante. La volontà della Provincia è quella di mettere attorno a un tavolo anche Regione, Canton Ticino e Comuni per stilare un piano programmatico e realizzare questo ambizioso progetto che farà della nostra provincia un punto di attrazione importante a livello europeo per la mobilità dolce e il turismo ecosostenibile».
Franco Oregioni, sindaco di Movalle ha espresso parole di soddisfazioni per il progetto: «L’amministrazione Vincenzi ha il merito di aver raccolto l’istanza di tutti i comuni della sponda magra del Lago Maggiore e averla trasformata in un progetto organico. Riuscire a realizzare un tracciato dedicato alla mobilità dolce che da Sesto Calende arrivi fino a Zenna significa dare al nostro territorio e al nostro lago un’infrastruttura strategica e capace di richiamare turisti e visitatori, oltre che dare un servizio in più ai residenti. Sarebbe un’infrastruttura che darebbe grande forza al turismo e nuovo impulso a tutti le attività turistiche commerciali della sponda lombarda del Maggiore. Non dimentichiamoci poi, che soprattutto nel primo tratto compreso tra Sesto e Laveno, c’è sul progetto grande intesa tra tutti i sindaci del territorio interessato e questa infrastruttura ha potenzialmente un altro grado di fattibilità».
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