Via il telo, appare il Caravaggio di Ravo

L'artista ha presentato al pubblico la sua opera realizzata in soli sette giorni con bombolette spray

Una settimana per riportare una delle più celebri opere di Caravaggio sul muro esterno di una casa, nel borgo di Angera. E Andrea Ravo Mattoni ce l’ha fatta.

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Angera, Ravo svela il suo Caravaggio 4 di 14

L’artista del Varesotto che ha saputo fondere la street art con alcune delle più grandi opere del Rinascimento italiano, ha svelato questa sera al pubblico la sua creazione.

Ad attenderla, nella piazzetta della Sama, in via Mario Greppi, c’erano tanti cittadini incuriositi da quel giovane schivo che, armato soltanto di bomboletta spray, ha lavorato ininterrottamente per sette giorni sotto gli occhi di tutti, dando vita a un capolavoro di arte urbana.

In questa settimana c’è stato chi lo ha seguito in silenzio mentre tracciava i contorni di quel fanciullo caravaggesco che oggi dà il benvenuto a chi si incammina verso la piazza della chiesa, chi si è fermato a chiacchierare con lui, ad ammirare il mestiere e chi  perfino chi gli ha portato uno spuntino.

“Gli daremo la cittadinanza onoraria” ha detto il sindaco Alessandro Molgora ricordando l’idea che ha portato a  questo progetto. “Perché quest’opera è un’opera di tutti gli angeresi”.

Sorridente e soddisfatto di fronte al proprio murale anche lo stesso artista che prima di rimuovere il telo che ricopriva la sua opera si è definito “come un direttore d’orchesta che interpreta Mozart e Vivaldi, ripropongo qualcosa che esiste già e che di grandi maestri hanno realizzato”.

L’inaugurazione del murale, presentata dal primo cittadino accanto alle due anime di questa iniziativa, l’assessore alla cultura Valeria Baietti e il direttore del  Museo Archeologico, Cristina Miedico, è stata preceduta dal racconto teatrale degli eventi che hanno portato all’idea di commissionare un’opera a Ravo. Seduti ai piedi  del dipinto, i ragazzi delle scuole medie che per primi si sono preoccupati di prendersi cura di quel muro, imbrattato da ignoti in una sera di aprile.

La scelta di affidare a un artista la decorazione di quella parete è stata concordata dall’amministrazione e dai proprietari dell’immobile, la famiglia Tedeschi. Casa Tedeschi diventerà così il prossimo punto interesse di via Mario Greppi da inserire nel museo diffuso, l’itinerario culturale cittadino. A unire Tedeschi e Greppi non è però soltanto la toponomastica. Il loro destino si è intrecciato anche nel recente passato, al tempo della lotta partigiana. Ma quella è un’altra storia, e oggi dove via Greppi incontra casa Tedeschi regnano sovrane pace e bellezza.

 

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Settembre 2016
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