Vivere da profugo per un quarto d’ora. “Sconfinati” a Malnate per la Sagra Settembrina
La barca è protagonista nella parrocchia di San Martino a Malnate fino a domenica 11 settembre
Fino a domenica 11 settembre, il percorso esperienziale sul tema delle migrazioni “Sconfinati”, ideato e realizzato da Caritas Ambrosiana, è stato allestito negli spazi parrocchiali.
I visitatori accompagnati dagli operatori della cooperativa Intrecci e dai volontari della parrocchia possono accedervi nei seguenti orari: da lunedì a sabato dalle 21 alle 22.30; domenica dalle 15 alle 18. L’ingresso è gratuito.
Sempre nell’ambito della festa patronale, i migranti saranno al centro del convegno dal titolo: “Migranti e comunità accoglienti: una carità che si fa cultura” che si terrà giovedì 8 settembre alle ore 21 in parrocchia. Interverranno Luca Bettinelli (Area Stranieri di Caritas Ambrosiana) e Milena Minessi (Cooperativa Intrecci).
L’iniziativa è promossa da Caritas Ambrosiana, la Cooperativa Intrecci e la parrocchia di San Martino.
Come nei giochi di ruolo, i visitatori di “Sconfinati” diventano uno delle migliaia di profughi che scappano dalla Siria, dalla Nigeria, dal Pakistan e da tutti quei paesi dove guerra, povertà e cambiamenti climatici rendono impossibile la sopravvivenza.
In particolare all’inizio del percorso, ricevuto il passaporto con l’identità che dovranno assumere, si trovano con pochi soldi a mercanteggiare un posto in barca con i trafficanti. Al termine della trattativa, salgono su una barca vera e propria a rappresentare le migliaia di carrette del mare che solcano il Mediterraneo. Luci ed effetti sonori simulano la traversata.
A coloro che sopravvivono e giungono all’approdo resta poi da valicare l’ultimo confine, spesso quello più difficile da superare, la frontiera: qui come accade nella realtà, una commissione giudicherà la loro domanda di asilo e deciderà se accogliere o respingere il migrante nel dramma da cui è scappato.
“Sconfinati!” è un percorso della durata di 15 muniti, basato su storie autentiche raccolte dai volontari e dagli operatori del Consorzio Farsi Prossimo promosso da Caritas Ambrosiana che nelle parrocchie e nei centri della Diocesi di Milano ogni giorno danno ospitalità ai profughi giunti in Lombardia dopo essere sbarcati sulle coste meridionali del nostro Paese.
Dietro la finzione di questo role-playing game c’è dunque la sofferenza di persone vere che si vedono negare l’accoglienza perché provengono da Paesi come Gambia, Senegal, Nigeria o Ghana e dunque automaticamente considerati “non rifugiati” e pertanto non ammessi alla procedura d’asilo, a prescindere dai loro casi particolari come invece prevede la Convezione di Ginevra sui Rifugiati alla quale la normativa della Ue si richiama.
Chi segue il percorso “Sconfinati”, può sperimentare sulla propria pelle la millesima parte di quel che sente un migrante: la costrizione a lasciare la propria terra, la precarietà di un viaggio per il quale non si hanno garanzie, la vulnerabilità di un approdo che spesso non riconosce la dignità dovuta a ogni essere umano. Il messaggio esplicito lungo tutto il percorso è che siamo in fondo tutti sulla stessa barca: o ci si salva o si naufraga insieme, muri e steccati non sono mai serviti a niente.
Sconfinati è stato presentato a Fieramilanocity dal 18 al 20 marzo nel corso della fiera “Fa la cosa giusta! 2016”. Da allora viene riproposto nei territori dove è richiesto. A Malnate l’attenzione a questo tema non è nuova. Qui attraverso la cooperativa Intrecci in collaborazione con i Comuni della zona, Caritas Ambrosiana gestisce uno dei primi progetti di accoglienza per profughi e richiedenti asilo realizzati in Diocesi.
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