Art Nova, quando il design è anche comodo
L'azienda di Besnate progetta e realizza divani di design, ma non è un'impresa come le altre. Nonostante i 40 anni appena compiuti ha la dinamicità e la freschezza di una start-up
Art Nova progetta e realizza divani di design. Ma non è un’impresa come le altre. Nonostante i 40 anni appena compiuti la ditta di Besnate ha la dinamicità e la freschezza di una start-up. I suoi tre soci oltre ad essere fratelli – Filippo il maggiore è designer, Riccardo è responsabile commerciale e Alessandro, il minore, prototipista e direttore tecnico – esprimono tutte le caratteristiche indispensabili oggi a un imprenditore: innovano, si sanno muovere sui mercati esteri e propongono prodotti ricchi di fascino e qualità. Siamo entrati nella tappezzeria, non ce ne vogliano i tre, per raccontare questa realtà.
Filippo, Art Nova ha appena festeggiato il suo 40esimo compleanno. Possiamo ripercorrere le tappe salienti della vostra azienda?
«Art Nova è stata fondata da nostro padre (Mario Piotti ndr.) nel 1976, l’anno della mia nascita. All’epoca il gallaratese era un distretto importante per la produzione di mobili imbottiti. Aziende come Monti, Saporiti o Rossi di Albizzate, erano solo i nomi più blasonati di uno dei distretti italiani più forti nel settore. Proprio in alcune di queste nostro padre si era formato come prototipista prima e direttore tecnico poi, fino a decidere di aprire un’impresa sua».
Come arriva a questa decisione?
«Era un ottimo disegnatore e modellista, aveva uno spiccato senso estetico. Grazie a queste basi Art Nova passa dalla iniziale proposta di prodotti più commerciali, a un’offerta composta da veri pezzi di design, innovativi e riconoscibili, distribuiti tramite una rete di vendita estesa su tutto il territorio nazionale. Questa offerta ci permette di entrare in poco tempo in oltre 300 punti vendita e di presentarci con le nostre collezioni al Salone del Mobile che in quegli anni stava mettendo le basi per surclassare quello di Colonia. Poi però, nel 1983, succede l’irreparabile: nostro padre viene a mancare…».
Inizia così un periodo molto difficile. Come ne siete venuti fuori?
«I dipendenti si erano affezionati all’azienda e nostra madre (Elvina Guenzani ndr.) non voleva lasciare a casa nessuno. Al contempo aveva già da qualche anno in mano la gestione contabile dell’azienda e conosceva il terreno su cui muoversi. È grazie a questi due ingredienti: forza di volontà ed esperienza, che l’azienda è andata avanti pur nelle difficoltà commerciali e produttive del momento. Particolarmente arduo è stato trovare chi sostituisse Mario nella progettazione dei divani, i designer emergenti di allora non avevano abbastanza estro e competenze tecniche».
E qui entra in scena lei…
«Sì. Nel 2001, finita la specializzazione in design al Politecnico di Milano, dove mi sono formato con l’influenza di designer del calibro di Maldonado e Van Onck, ho importato in azienda un concetto preciso di design. Non un pezzo fine a sé stesso, realizzato su presupposti unicamente estetici, ma la volontà di realizzare pezzi “progettuali”, di eccellente qualità in serie importanti».
Senza però dimenticare l’artigianalità e le realizzazioni su misura che hanno sempre contraddistinto la vostra storia. O sbaglio?
«Art Nova realizza prodotti propri che si sposino con il gusto dei clienti, ma anche progetti custom e su misura per spazi pubblici, alberghi, negozi o ambienti particolari. Questi ultimi sono veri e propri pezzi unici, artigianali. In azienda convivono dunque due diverse anime: una industriale ed una sartoriale».
Parliamo del gusto del cliente. Cosa offre Art Nova al grande pubblico?
«Parliamo da un presupposto: i gusti e la funzionalità dei prodotti cambiano continuamente. Oggi chi ha la camera degli ospiti? O ancora: siamo sicuri che il divano assolva la stessa funzione di venti o trent’anni fa? Oggi viviamo in bilocali o trilocali e i nostri oggetti hanno nuove caratteristiche. Art Nova offre dunque prodotti di design adattabili a queste rinnovate esigenze, garantendo una vita del prodotto tipica della qualità artigianale».
In questo solco si inserisce Filiph, un divano davvero particolare. Può raccontarmi la sua storia?
«In effetti Filiph nasce dalla necessità di creare un prodotto che si muova nello spazio abitativo adattandosi alle nostre abitudini. Oggi non si usa il divano solo per fare conversazione, ma per leggere, dormire, mangiare, eccetera. Se ci pensa negli anni ’50 in molte case il divano aveva sopra il cellophane e quasi non ci si poteva sedere sopra, era una sorta di status symbol. Oggi invece è un’ isola utilizzata nei modi più svariati. È così che per circa un anno abbiamo lavorato sulla tecnologia ad elementi mobili, quali gli schienali, per garantire una piena flessibilità del divano, senza tralasciare la sostenibilità della seduta e la sua ergonomia, mantenendone un’estetica moderna e classica allo stesso tempo».
Un successo che oggi viene offerto anche in versione outdoor…
«Esatto, veniamo da un periodo di test molto soddisfacenti. Ad oggi il divano nella sua versione per esterni ha affrontato il sole di Mikonos e le condizioni climatiche estreme di Miami, resistendo perfettamente ad entrambe le situazioni».
Poliuretani espansi di ultima generazione, microfibre hi-tex, elastomeri di derivazione nautica, velluti antischiacciamento, speciali gomme autobloccanti, legno massello e multistrato marino, pelli naturali e cuoio ecologico. La lista dei materiali presenti nei vostri prodotti è davvero lunga. Perché questa continua ricerca? «Oggi offriamo più di 300 varianti di materiali diversi per i rivestimenti. Ci piace molto abbinare tessuti e texture diversi. Un esempio? Abbiamo ripreso il Gros Grain: un tipico materiale utilizzato nella Moda riportandolo nell’arredamento dove veniva utilizzato molti anni fa. Oggi hanno ripreso la nostra tendenza in molti. Da un lato dunque questa “complessità estetica” rende il prodotto più bello, dall’altro utilizzare materiali che provengono dalla nautica, dalla moda, dal bedding e dal medicale offre al prodotto performance superiori. Un esempio? Abbiamo scelto l’hi-tex, una micro fibra sviluppata in Giappone che viene però lavorata e cardata in Italia, in modo da sostituire la piuma d’oca mantenendone le caratteristiche. Un’opzione eticamente sostenibile, anallergica e riciclabile al 100%».
Queste scelte hanno dei costi. Alla fine pagano?
«Se guardiamo all’estero sì. Per vendere negli Stati Uniti ad esempio dobbiamo certificare che utilizziamo prodotti senza formaldeide. In Cina il nostro rivenditore ci ha chiesto una quantità di certificazioni fuori ogni immaginazione. I nostri rivenditori esteri mediamente hanno una preparazione molto alta e pretendono da noi il meglio».
All’estero dov’è presente Art Nova?
«In due anni e mezzo abbiamo avviato rapporti commerciali con 40 paesi e oggi siamo presenti in punti vendita in 20 diversi paesi, sparsi principalmente in Nord America, Europa ed Estremo Oriente».
Dal 2014 la vostra partecipazione al Salone del Mobile è una costante. Qual è il valore aggiunto di questo evento per un’azienda come la vostra?
«Possiamo dire che da allora siamo sempre cresciuti. Abbiamo seminato e ora ci auguriamo che il 30% di fatturato in più registrato quest’anno, sia l’inizio di un rapporto continuativo con i clienti acquisiti durante il Salone. Potevamo decidere di continuare a fare prodotti per architetti e operatori disegnando pezzi unici e su misura, ma volevamo commercializzare prodotti nostri riprendendo il percorso iniziato da nostro padre e per farlo il Salone del Mobile è una vetrina indispensabile».
Si parla molto di rete tra realtà artigianali. Lei ci crede? Avete collaborazioni in corso con altre realtà imprenditoriali del territorio?
«Sì, abbiamo collaborazioni con aziende del varesotto per quanto riguarda la fornitura di legnami pregiati e componenti in metallo, mentre per i tessuti lavoriamo con tessiture del comasco. Inoltre per tornare al Salone, è stato indispensabile aggregarci ad altre aziende con cui ogni anno partecipiamo alla manifestazione dividendo così spazi, responsabili commerciali e spese che altrimenti sarebbero proibitive».
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Art Nova
Via Mauri 4, 21010 Besnate
tel. 0331 273232
fax. 0331 273233
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