Figli e conviventi entrano nell’accordo della Mascioni
Sono le clausole sociali la parte più innovativa dell'accordo: se lavorano marito e moglie si favorirà quello con lo stipendio più alto, ogni figlio vale come un anno di anzianità in più
«Un accordo così non l’avevamo mai fatto». La sorpresa di Ernesto Raffaele della Filtcem Cgil e dei i suoi colleghi Pietro Apadula della Femca Cisl e Antonio Parisi della Uiltec è più che giustificata. L’intesa tra i sindacati e il fondo spagnolo “Phi”, socio di maggioranza della società Mascioni spa, azienda tessile di Cuvio che dà lavoro a 301 dipendenti, è arrivata dopo una lunghissima trattativa e quando sembrava svanita qualsiasi speranza di raggiungere un accordo. L’ultimo colpo era stato inferto dai lavoratori con la bocciatura della prima intesa che conteneva 118 licenziamenti (esuberi), la sospensione per tre anni della contrattazione aziendale e incentivi per andarsene piuttosto risicati (10mila euro lordi). Ma quando sembrava che non ci fossero più margini di manovra e quasi a tempo scaduto, gli spagnoli hanno messo sul tavolo regionale una nuova proposta, sulla base di tre punti indicati dai lavoratori: riduzione dei licenziamenti, aumento degli incentivi e intoccabilità della contrattazione aziendale.
«Quando siamo arrivati in Regione con i tre punti per avere una nuova proposta – racconta Raffaele – i vertici aziendali sono rimasti sorpresi . Non si aspettavano che rilanciassimo la trattativa e poiché mancavano pochissimi giorni alla scadenza si sono messi subito al lavoro per elaborare una nuova proposta che i lavoratori hanno votato quasi all’unanimità, con due voti contrari e 4 astenuti».
Il nuovo accordo riduce gli esuberi del 23,7% (90 anziché 118), gli incentivi passano da 10mila a 20mila euro lordi, la contrattazione aziendale, con relative tredicesime e quattordicesime, non verrà toccata. La vera novità sono però le clausole sociali contenute nell’accordo. «Se tra gli esuberi ci sono persone legate da legami parentali, per esempio marito e moglie – spiega il sindacalista della Cgil – si favorisce quello con lo stipendio più alto, regola che vale anche per i conviventi. A parità di professionalità e di anni di anzianità, i figli a carico verranno conteggiati ognuno come un anno di anzianità aggiuntivo».
Sindacato e azienda hanno richiesto al ministero 6 mesi di cassa integrazione straordinaria per motivi di crisi e attendono la risposta entro ottobre. «Si tratta di un passaggio molto importante – conclude Raffaele -perché consentirebbe ai lavoratori di andare in Naspi (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego, ndr) nel 2017 o già in mobilità nel 2016. Per quanto riguarda invece i 90 esuberi nel caso non ci siano volontari si applicheranno i criteri di legge e comunque il lavoratore che si sente colpito ingiustamente dal licenziamento potrà sempre impugnarlo».
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