«I comuni possono assumere personale in esubero dalla polizia provinciale»
L’accordo Regione-Provincie riguarda anche personale della protezione civile. La situazione nel Varesotto, dove gran parte degli agenti sono stati collocati
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Il personale proveniente dalle forze di polizia Provinciale potrà da oggi venir assunto dai comuni lombardi e lo stesso vale per il personale della protezione civile. Una notizia che riguarda tecnicamente anche il Varesotto, sebbene il personale in gran parte sia stato già ricollocato nelle amministrazioni comunali.
Lo fa sapere l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali che ha comunicato la notizia questo pomeriggio a sindaci e comandanti.
«Dopo l’attivazione degli accordi bilaterali con le Province lombarde e l’impegno, anche finanziario, per sostenere l’inserimento del personale provinciale presso altri Enti abbiamo negoziato e trovato ulteriori risorse per assicurare la collocazione di personale soprannumerario anche per la parte relativa all’esercizio della funzione di Protezione Civile e di Vigilanza Ittico Venatoria. Quindi i Comuni lombardi, da oggi, possono riattivare le procedure di mobilità e di selezione di personale di Polizia locale», scrive l’assessore.
«È stato un lavoro lungo – continua Bordonali – con diverse difficoltà che non sono dipese dalla Regione, ma siamo riusciti a mantenere la promessa fatta a sindaci e comandanti, che attendevano questa notizia. Finalmente è possibile riattivare prioritariamente le procedure di mobilità, per poi procedere alle selezioni pubbliche per la ricerca di nuovo personale».
L’assessore parla del riordino del personale derivante dalle riforme delle amministrazioni locali che pongono in essere un passaggio di competenze dalle Provincie alle Regioni.
In Provincia di Varese questo provvedimento ha due effetti.
In materia di protezione civile i 10 funzionari con specifiche competenze (vedi “disaster management”, formazioni, coordinamento ecc) opereranno in seno ad un comitato direttivo da poco costituito che collaborerà in materia sempre più stretta fra gruppi comunali e provinciali. Una sorta di anello di collegamento “centro-periferia” che servirà ad implementare competenze ed organizzazione.
Sul piano degli agenti della polizia provinciale – divisa fino ad un paio d’anni fa in stradale, lacuale e faunistico-venatoria – la situazione viene riassunta dal consigliere provinciale con delega alla partita Fabrizio Mirabelli.
«Ad oggi i nove agenti in forza alla polizia stradale provinciale sono stati tutti assimilati ad altre amministrazioni (chi nei ranghi delle polizie locali dei comuni, chi nei vigili del fuoco) – spiega Mirabelli – . I cinque agenti della polizia provinciale nautica sono anch’essi passati ad altre amministrazioni con la discutibile scelta di Regione Lombardia di non destinare risorse preziose al controllo dei laghi – per Varese, Como e Brescia – proprio laddove in questi ultimi anni si è notato un forte incremento del traffico da diporto».
In ultimo la questione del nucleo venatorio, competente per caccia e pesca. Qui c’è una distinzione legata agli impiegati amministrativi, spostati dalla sede della Provincia al “Pirellino” di viale Belforte: sono in capo alla Regione. Sempre la Regione inoltre ha delegato la Provincia al controllo del territorio.
«Qui gli agenti sono passati da 21 a 13 e nell’ultimo periodo altre tre unità sono uscite. Quindi ad oggi abbiamo in tutto 10 agenti che hanno il compito di svolgere attività antibracconaggio, di intervento in caso di incidenti con fauna selvatica e una miriade di altri compiti – spiega Mirabelli – . Da luglio ad aprile 2016 gli stipendi sono stati anticipati dalla Provincia e da aprile fino ad oggi la Regione ha erogato stipendi ma non gli straordinari. Questo ha rappresentato un problema serio soprattutto per via del controllo antibracconaggio, lavoro che si svolge prevalentemente la notte. Speriamo che con gli accordi bilaterali arrivino gli straordinari e si possa riattivare il servizio notturno. Tutti i dipendenti hanno comunque dato grande prova di attaccamento all’ente andando oltre il loro compito».
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