Il gateway delle poste, dove passano i pacchi di tutto il mondo

Se avete spedito all'estero o ricevuto un pacco fuori dall'Italia è passato da qui, dal Gateway di Poste Italiane dove tra logistica e controlli vengono gestite più di 3 milioni di scatole all'anno

E’ la porta d’ingresso in Italia o quella di uscita verso il mondo. E’ il gateway di Poste Italiane, il centro logistico che gestisce tutti i pacchi che hanno come origine o destinazione uno stato estero e che vengono spediti con l’azienda e i suoi partner. Passano tutti da qui, cioè da Lonate Pozzolo.

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Succede tutto sotto un capannone da 6.000 metri quadri dove un centinaio di persone lavora senza sosta per far sdoganare i pacchi nel minor tempo possibile. E di lavoro da fare ce n’è tantissimo: nel 2015 qui sono passati 1,4 milioni di pacchi in import e 1,7 in export. Funziona così: un pacco arriva, viene registrato, si controllano i documenti e poi viene smistato o verso Malpensa o verso un altro centro logistico delle poste. Almeno in teoria, perchè tra controlli e documentazioni mancanti o errati il lavoro è molto più complicato.

Ogni giorno sono 800 i pacchi che vengono indirizzati in quello che è definito magazzino di custodia temporanea «in attesa cioè che destinatario o mittente ci forniscano le informazioni mancanti», racconta il responsabile del centro, Emanuele Donzelli, che nel video correlato a questa articolo spiega il complesso iter di gestione delle spedizioni. Una procedura a cui si aggiungono diverse variabili a partire da quelle delle autorità doganali, presenza fissa del gateway. Ma come funzionano le ispezioni? «Controllare tutto è impossible e quindi ci sono due flussi di controlli -spiega un doganiere- uno telematico stabilito in base alle informazioni dei nostri uffici che identificano quali spedizioni potrebbero essere sospette e uno fisico di analisi dei rischi da parte degli operatori». In base quindi alle informazioni in possesso delle autorità si decide quindi quale pacco passare ai raggi X e se ciò che mostrano i monitor non convince gli operatori il controllo diventa fisico: si apre il pacco e si analizza il suo contenuto. Il gateway di Poste Italiane

Il caso più frequente è quello del sospetto di aver davanti un prodotto contraffatto. In quel caso «chiamiamo qui gli esperti del marchio in questione che analizzano il prodotto e certificano o meno l’originalità dell’oggetto -racconta un operatore dell’Agenzia delle Dogane- e se si scopre che il prodotto è un tarocco a chi lo ha comprato può arrivare una multa per incauto acquisto». Attivi in questa frontiera virtuale del nostro Paese anche gli esperti della Sanità aerea, particolarmente attivi nel bloccare medicinali non regolamentari.

E così, nel tempo, si è capito che certe provenienze e certi mittenti sono particolarmente sospetti: dai paesi asiatici arrivano i principali oggetti tarocchi, dagli Usa i medicinali non originali e dall’India prodotti potenzialmente radioattivi, pentole in particolare. Una lista che cambia continuamente e alla quale è abbastanza difficile stare dietro. «Ormai anche chi effettua queste spedizioni ha capito quali processi seguire -spiega ancora il responsabile Emanuele Donzelli- e quindi capita sempre più spesso che quando noi contattiamo il destinatario di un pacco lui ci dica che credeva di aver comprato da un sito inglese quando invece la merce arriva dalla Cina» o viceversa «ci sono spedizioni che fanno tappa prima in un paese europeo per cercare di simulare un cambio di origine». Tutti tentativi, più o meno elaborati, che hanno un duplice scopo: aggirare dazi doganali e iva e spedire materiali proibiti.

«I controlli avvengono indistintamente, sia per l’export che per l’import» continua Donzelli che spiega come l’attenzione per le spedizioni che vanno all’estero è molto alta specialmente nel contrasto al traffico d’arte. Ma con il commercio online sempre più potente, anche le attività del gateway si devono aggiornare. Se infatti oggi per effettuare tutte le procedure ci vogliono circa 24 ore nei prossimi mesi questi tempi potranno accorciarsi con l’arrivo di nuove strumentazioni che permetteranno di gestire in contemporanea sia le importazioni che le esportazioni. 

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Ottobre 2016
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