La sindrome di Down non è più un tabù. Ora deve diventare “normalità”
Si è aperta, nell'aula magna dell'Università dell'Insubria, la tre giorni di lavoro dedicati alla Trisonomia 21. Soddisfatta la curatrice Brebbia che in questi anni ha visto numerosi progressi culturali
Tre giorni di relazioni, esperienze, testimonianze. Tre giorni per capire, confrontarsi e costruire un nuovo futuro. Nell’aula magna dell’università in via Ravasi è stata aperta la quarta edizione del Convegno dedicato alla sindrome di Down dal titolo “Incontro con il futuro”.
Soddisfatta il direttore scientifico Giovanna Brebbia che, dal 2009 a oggi, ha visto aumentare l’attenzione nei confronti della diversità: « Assistiamo a un’evoluzione culturale che porta a cambiamenti positivi – ha commentato l’organizzatrice – esperienze lavorative in città ma anche in altri comuni testimoniano il diverso approccio che si ha verso la Trisonomia 21. È importante, però, non abbassare la guardia ma continuare a parlare, soprattutto a creare legami e ponti perché ulteriori progetti possano svilupparsi».
Nella tre giorni dedicati all’approccio culturale, con le diverse sfaccettature filosofiche, letterarie, musicali e teatrali nel primo giorno, agli aspetti scientifici e medici nel secondo e con le testimonianze dei protagonisti e confronto con le istituzioni nella giornata di venerdì, il convegno si propone di coprire ogni tematica, enucleando i punti di base su cui continuare a costruire.
Il Rettore dell’Insubria Alberto Coen Porisini ha portato i saluti iniziali in qualità di padrone di casa e si è detto soddisfatto del livello scientifico raggiunto: « Tra le presentazioni ci saranno anche i risultati ottenuti dal nostro sportello sulla disabilità che si occupa di inclusione degli studenti portatori di handicap».
Le pratiche consolidate e i progetti futuro potranno servire a delineare nuove strategie di politica socio sanitaria: « Questi confronti avviati nel 2009 dalla dottoressa Brebbia sono stati precursori di un sentire che è oggi comune – ha affermato Luca Maria Gutierrez direttore sociale dell’ATS Insubria – La legge 23 che pone l’accento sul prendersi cura ci impone proprio di organizzare nuovi modelli di integrazione e gli spunti che emergeranno da questi dibattiti torneranno utili».
Il saluto del Comune di Varese è stato affidato all’assessore alle politiche giovanili Francesca Strazzi che ha innanzitutto ringraziato l’ex sindaco Fontana, presente in sala, per aver voluto il Bar 21: « Un progetto bellissimo che oggi permette, a quanti frequentano il palazzo, di incontrare baristi bravissimi e allegri, sempre pronti a regalare emozioni oltre a servire il caffè più buono della città».
Il Presidente della Provincia Gunnar Vincenzi ha assicurato che « tutte le amministrazioni comunali hanno maturato una sensibilità particolare verso queste tematiche. Discutere di questi temi, un tempo taciuti, permette di far fiorire progettualità nuove ».
Una tre giorni dove, si spera, usciranno idee e suggerimenti, grazie alla circolazione del pensiero che, come ha ricordato il professor Giorgio Minazzi che ha tenuto una prolusione sul “pensiero della comunità”: « È ciò che ci fa procedere. Se pensiamo siamo liberi perché riusciamo a progettare».
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