Le imprese carcerarie protagoniste a Smau

L'impresa possibile grazie ai "fab lab" e a manifattura 4.0

Dentro l'ex carcere di Busto Arsizio

Dai tessuti tagliati al laser e creati per realizzare borse di design all’eco-shopper per piante e fiori passando per innovative matrici, ideate con stampanti 3D, per la realizzazione di libri e prodotti cartotecnici sino a un innovativo processo di separazione e recupero delle cialde usate del caffè. Sono questi i progetti presenti a Smau 2016 grazie alle collaborazione tra le aziende “ristrette“ operanti nelle case circondariali milanesi e quattro FabLab appartenenti alla rete dei nuovi laboratori accreditati dal Comune di Milano e che verranno presentati domani, giovedì 27 ottobre, dall’assessore alle Politiche del Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani in occasione del secondo giorno di Smau.

“Grazie all’azione di matching tra imprese ristrette, FabLab e nuova manifattura 4.0 – ha detto l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani – l’Amministrazione comunale dimostra nuovamente il suo sostegno a queste particolari realtà imprenditoriali che, per la loro natura, non potrebbero confrontarsi con il mondo delle fiere e con Smau, oggi principale momento di incontro tra domanda e offerta soprattutto per quanto concerne l’innovazione e la tecnologia. Due asset fondamentali per ogni impresa che voglia commisurarsi in maniera adeguata ed efficace con il mercato 4.0. La collaborazione tra imprese ristrette e FabLab consente di ampliare i percorsi di riqualificazione professionale per i detenuti aumentandone le competenze tecniche e favorendo il loro rientro nel mercato del lavoro come valido strumento di riscatto sociale”.

I progetti sono illustrati all’interno dello stand di 50 mq allestito dal Comune di Milano a Smau2016, dal 25 al 27 ottobre, per consentire alle imprese “ristrette” di ampliare i propri orizzonti e confrontarsi con le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, dal mondo digital e dalle startup più promettenti.
Un’iniziativa che rientra nella più ampia strategia dell’Amministrazione per promuovere le impresse nate all’interno degli istituti di detenzione di Bollate, Opera, San Vittore e Beccaria attive nei settori del tessile, della cura del verde, dell’erogazione di cibi e bevande sino alla lavorazione del legno e dell’arredo.

Dalla collaborazione tra la Cooperativa Opera in Fiore, attiva presso la struttura di Bollate, e Innogroup nascerà una shopper e una linea di oggetti per contenere piante e fiori creati attraverso il riciclo dei materiali. Tutti i prodotti saranno caratterizzati da una elevata componente di design e innovazione. Sempre Opera in Fiore, ma questa volta con il suo brand Borseggi (grembiuli, wine bag, pochette, rivestimenti in tessuto etc.), propone, grazie al sostegno del FabLab Wemake, l’ampliamento delle linee di prodotto realizzate attraverso l’uso delle più moderne tecnologie applicate al mondo tessile come cad e laser cutter.

Spazio anche alla cartotecnica e alla legatoria, riviste in chiave hi-tech, nate dalla sinergia tra il FabLab Opendot e le aziende “ristrette” del Consorzio Viadeimille. Ne nasceranno esclusive grafiche e stampe su carta e tessuti realizzate con matrici e stampanti 2D e 3D costruite dagli stessi detenuti. Non può certo mancare l’attenzione all’ambiente e all’eco-sostenibilità grazie alla collaborazione tra la cooperativa Bee4, attiva nell’assistenza tecnica e rigenerazione di macchinette per il caffè, e TheFabLab. La volontà è quella di individuare un innovativo processo di smaltimento che consenta, dopo l’utilizzo, la separazione tra la parte organica e l’involucro di plastica o alluminio in un’ottica di ecosostenibilità dell’intero processo produttivo.

La realizzazione dei quattro progetti può contare su un finanziamento complessivo di 50mila euro da parte dell’Assessorato alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e Commercio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2016
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