L’ultima battaglia civile di Dario Fo per i diritti dei lavoratori stranieri
Nel 2015 diede alle stampe "Bruciato vivo", un libro scritto a 4 mani con Florina Cazacu, figlia dell'operaio edile rumeno ucciso dal suo datore di lavoro
La storia, la memoria e l’esempio di Ion Cazacu è stata una delle ultime battaglie di Dario Fo. La vicenda risale al 2000, anno in cui l’operaio rumeno venne dato alle fiamme dal suo datore di lavoro in una casa di Gallarate, solo perchè lui aveva osato chiedere di essere pagato per il lavoro svolto.
Insieme a Florina, la figlia di Ion, il grande attore scomparso questa mattina all’età di 90 anni, ha dato alle stampe un libro per Chiarelettere dal titolo “Bruciato vivo”, pubblicato nel 2015. In quel libro Dario e Florina, che si erano conosciuti nel 2001, ripercorrono la dolorosissima storia di quel muratore che reclamava solo il rispetto dei suoi diritti, raccontano il processo lunghissimo che si è concluso con una pena di 10 anni per l’imprenditore ma raccontano anche altre storie dei tanti Ion che ci sono in Italia.
La vicenda dell’operaio edile rumeno colpì moltissimo una delle tante sfaccettature dell’attore, quella primordiale che lo portava a girare con i suoi spettacoli nelle fabbriche occupate dagli operai negli anni ’70, che lo ha visto impegnato politicamente con la militanza nel Soccorso Rosso, che lo ha portato costantemente a lottare contro la classe dominante che schiacciava il proletariato.
Grazie a Florina Cazacu, al suo racconto e al suo coraggio, il premio Nobel è tornato a parlare di lavoro e di diritti, un fuoco politico mai sopito in lui ma che non ha mai trovato il compimento in una carriera politica. Vicino ai 5 Stelle nell’ultima parte della sua vita, non si è mai schierato coi vincitori ma sempre con gli oppositori, orgogliosamente.
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