M5S: “Il Molina ha troppi segreti”
I grillini hanno visto il bilancio del 2015 e notato un aumento dei prestiti che desta preoccupazioni

Riceviamo e pubblichiamo
Finalmente le richieste di Varese 5 Stelle e le insistenze della consigliera Regionale del M5S Paola Macchi sono state premiate. La Regione ha dato seguito alla nostra interrogazione relativa alle vicende che vedono coinvolta la Fondazione Molina di Varese, di cui fino ad oggi non si era riuscito a sapere pressoché nulla.
Malgrado la Fondazione operi sul territorio da decenni e presti assistenza a migliaia di utenti, generando un fatturato di circa 16 milioni di euro all’anno (di cui circa 1 milione riveniente da convenzione con la Regione Lombardia), sino ad oggi essa era ancora avvolta nelle brume del Sacro Monte.
Come si giustificava tanta segretezza?
La Fondazione Molina non è pubblica, ma privata ed iscritta al registro delle Onlus, dunque degli enti senza scopo di lucro.
Il Comune di Varese, in teoria, non ha potere di ingerenza nella gestione della Fondazione, anche se per Statuto ha il diritto di nominare 4 dei 5 membri del Consiglio Direttivo (il quinto spetta alla Curia) che ha tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. Possiamo dunque affermare, senza ombra di dubbio, anche se non dovrebbe essere così, che il Consiglio sia diretta emanazione del potere politico di turno nella città di Varese.
I Consiglieri durano in carica per un periodo di 5 anni e sarebbero tenuti ad agire esclusivamente in funzione degli interessi oggettivi della Fondazione nel quadro degli scopi previsti dallo Statuto (assistenza agli anziani, servizi socialmente utili , gestione della casa di riposo etc etc).
E’ dunque vero che i fondi del Molina non sono tecnicamente fondi pubblici ma gli stessi rivengono pur sempre dalla attività di erogazione di servizi socio assistenziali (in parte in regime di convenzionamento) e in parte con donazioni pubbliche e private.
Per il quinquennio 2014/2019, il sindaco Fontana ha nominato come Presidente il Sig. Christian Campiotti.
In occasione della recente campagna elettorale è, però, accaduto un fatto che ha sollevato il velo di segretezza che copriva l’operato della Fondazione e dei suoi dirigenti finanziari. Voci dapprima timide e poi sempre più insistenti davano notizie di uno strano finanziamento fatto dalla Fondazione ad una emittente televisiva vicina ad uno dei candidati alla poltrona di Sindaco, sostenuto dallo stesso Campiotti.
Orbene, finalmente solo nei giorni scorsi la Regione, per bocca dell’assessore Gallera, ha svelato di essere riuscita a farsi consegnare dai vertici della Fondazione non solo copia dei bilanci sociali, ma anche notizie sulla spregiudicata operazione finanziaria posta in essere prima delle elezioni comunali .
Dall’esame della documentazione pervenuta in regione sono altresì emersi i seguenti elementi di fatto: “nella delibera n. 28 del 26 novembre 2015 il Presidente informava il CdA di aver investito 450.000 euro in titoli obbligazionari con un rendimento lordo del 3 per cento annuo. La delibera non precisa quando tale investimento sarebbe stato compiuto, non indica il soggetto interessato dal prestito obbligazionario, non specifica tempi e modalità del rimborso”. anche se in un altro passo si legge che “Il prestito obbligazionario deve intendersi quindi emesso dalla Fondazione in favore di Rete 55 Evolution S.p.A.”
A questo punto è più che lecito chiedersi come mai la Fondazione Molina, che dal bilancio chiuso al 31.12.2015 risulta avere debiti a breve termine verso banche di 174.046,00 ed a medio/lungo termine per euro 653.099,00 , debiti verso fornitori per euro 895.873,00 e altri debiti verso terzi per euro 1.255.745,00 si metta a fare operazioni finanziarie speculative basate su prestiti a terzi.
Il Consiglio direttivo della Fondazione è al corrente del fatto che i debiti verso banche e fornitori abbiano un costo (forse molto di più di quanto Rete 55 dovrebbe pagare in termini di interessi) e che sia più prudenziale dapprima estinguere i propri debiti e poi prestare il denaro a terzi con strumenti finanziari come Obbligazioni ad alto profilo di rischio?
O forse i Consiglieri di amministrazione non leggono i giornali e non sanno che le Obbligazioni ultimamente diventano sempre più spesso carta straccia?
Forse che il Molina si trasformerà in una finanziaria per aziende in difficoltà che hanno bisogno di finanza fresca (non andiamo oltre), o ci sono altri obiettivi dietro il prestito di quasi mezzo milione fatto a Rete 55?
In bilancio il prestito è inserito nella voce “Altri titoli” come attività finanziaria che nel 2015 è di ben 3.246.046 in aumento di circa un milione rispetto all’anno 2014 .
Di certo ci aspettiamo una spiegazione in modo che si sappia dove vanno a finire le rette che i cittadini pagano per i propri anziani ed i contributi che riceve l’Ente.
Queste informazioni ancora non ci sono pervenute, ma a noi Attivisti di Varese 5 Stelle, in rappresentanza degli interessi dei comuni cittadini, e non del capitalismo finanziario varesino, interessano. Ed anche molto.
Noi attendiamo risposte e continuiamo ad indagare: magari un giorno la trasparenza andrà di moda.
Attivisti Varese 5 Stelle
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