Molina, anche il M5S chiede una “indagine conoscitiva”
L'intervento della pentastellata Paola Macchi: "Se non si farà chiarezza ci auguriamo che l'ATS valuti il commissariamento della Fondazione"
«È imbarazzante e molto grave che il Presidente di Fondazione Molina non si sia presentato all’audizione della Commissione regionale, dopo aver negato la sua presenza Consiglio Comunale a Varese Su tutta la vicenda va fatta rapidamente chiarezza e se non arriveranno i dati attesi ci auguriamo che l’ATS valuti il commissariamento della Fondazione e che la Regione Lombardia avvii un’indagine conoscitiva; stiamo comunque parlando di una fondazione che riceve il 45% di finanziamenti,circa 9 milioni l’anno, di fondi pubblici e la trasparenza e’ quindi doverosa.” così Paola Macchi, consigliera regionale del M5S Lombardia.
«L’audizione – spiega – doveva fare chiarezza sulla vicenda ma era presente solo l’ATS Insubria, che sta facendo un ottimo lavoro di approfondimento i cui risultati dovrebbero arrivare entro un paio di settimane, e che non ha potuto che usare i condizionali per descrivere una situazione di totale assenza di trasparenza che è al limite del grottesco. E l’elenco delle lacune sull’attività della Fondazione è oltremodo lungo: sembrerebbe che il presidente non avesse in requisiti per sottoscrivere il prestito obbligazionario a rete 55, che la Fondazione non avrebbe ancora fornito informazioni riguardo gli investimenti del 2016 all’ATS, non esisterebbe a statuto il direttore generale ma c’è stato e sarebbe costato una lauta buonuscita e potremmo andare avanti a lungo, insomma un quadro generale non trasparente».
«Quello che ci interessa – conclude Macchi – è che una Fondazione che vive anche di fondi pubblici erogati dalla Regione ha il dovere di rendere conto in modo trasparente di 450 mila euro di investimenti, soprattutto se sono investiti in un mass media. Un dovere disatteso dall’assenza del Presidente di Fondazione Molina. Sia la Commissione sanità che i varesini si attendono totale chiarezza sulla vicenda», conclude Macchi.
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