Non andate a Londra, il lavoro cercatelo qui
Entrare in un'azienda a quattordici anni per un solo giorno può cambiare la vita e il futuro di molti ragazzi. Gli imprenditori raccontano il loro Pmi day
«Solo entrandoci fisicamente i ragazzi si rendono conto di che cosa è e come funziona un’azienda». Patrizia Pigni, titolare della Litocartotecnica Pigni, partecipa già da qualche anno al Pmi day, iniziativa del Comitato piccola industria di Univa, che quest’anno porterà in 120 piccole e medie imprese del territorio 3.500 studenti di terza media di 39 istituti scolastici. La conferenza stampa di presentazione è stata fatta alla Koh-I-Noor di Tradate, azienda che ha aderito all’evento fin dalla prima edizione del 2009.
Gianluca MarvelliPmi Day crea una domanda di professionalità– Gianluca Marvelli, vicepresidente del Comitato piccola industria di Univa, ama definirsi un artigiano industriale. È amministratore delegato della Koh-I-Noor, azienda di Tradate che dagli anni ’50, dopo aver rilevato lo storico marchio slovacco, produce articoli per la cura della persona (pennelli da barba, specchi da trucco, articoli per l’arredo bagno e molto altro). «Noi siamo eclettici – spiega Marvelli – e quindi cerchiamo figure professionali per tutto il ciclo del prodotto, da quando viene pensato a quando viene spedito al cliente finale. Non facciamo grandi volumi e gran parte della nostra produzione va all’estero, in circa 30 paesi sparsi nel mondo, ma quello che ci manca di più oggi è il mercato interno, quello italiano. Il concetto che mi piace trasmettere ai ragazzi è che possono lavorare nel loro Paese senza andare per forza e sempre all’estero. In Italia si può lavorare bene se si scelgono percorsi di formazione coerenti con il mercato, noi non siamo l’appendice di nessun altro Paese e rappresentiamo la seconda realtà manifatturiera in Europa, la prima in alcuni settori. Bisogna aiutare i ragazzi a scegliere e la scuola ad adeguarsi perché ci vuole più apertura mentale. Per far riprendere la domanda interna è sui ragazzi che bisogna puntare e il Pmi day crea una domanda di professionalità».
Patrizia PigniGli studenti non possono scegliere a caso il loro futuro – Nella sua azienda di Gorla Maggiore, Patrizia Pigni produce scatole e astucci, oggetti di uso quotidiano dei quali molto spesso si ignora la provenienza anche quando è dietro casa. «La consapevolezza di come si produce e dove si produce – sottolinea l’imprenditrice – può aiutare i ragazzi nella scelta di cosa fare nel futuro e quindi a orientarsi verso l’indirizzo scolastico più adeguato. Un tempo se eri bravo in matematica, ti iscrivevi allo scientifico. Ma tener conto solo del talento personale oggi non è sufficiente, occorre invece conoscere molto bene qual è la richiesta che viene fatta dal mercato del lavoro, quali figure professionali servono alle aziende e con quali competenze. I ragazzi di oggi sono sveglissimi e anche molto motivati, certamente molto di più di come vengono raccontati. Quando vengono nelle nostre aziende sono affiancati da lavoratori esperti, perché i programmi gestionali delle pmi non permettono esperienze in autonomia, ma la loro attenzione è alta. Per una piccola azienda è un impegno poiché non ha personale che avanza, ma riteniamo che sia molto utile al sistema nel suo complesso. L’alternanza scuola-lavoro è un passo in avanti rispetto al passato, ma andrebbe ricalibrato sulle micro e piccole imprese, perché 400 ore sono troppe».
Giancarlo SaporitiLa nostra fortuna è vivere in provincia di Varese – Giancarlo Saporiti è un giovane imprenditore titolare della Samic spa, azienda di Lonate Ceppino specializzata nella costruzione e nel montaggio di impianti industriali. «È il secondo anno che partecipiamo al Pmi Day – dice Saporiti – e lo facciamo molto volentieri perché è importante che le aziende si facciano conoscere e svelino i propri virtuosismi. È un momento che serve ai ragazzi per valorizzare il territorio in cui vivono e riflettere su quanto siamo fortunati a vivere in questa provincia che offre possibilità lavorative, che ha un’industria molto sviluppata e un territorio attrattivo sotto più punti di vista per un giovane che guarda al futuro. Tra i ragazzi c’è una buonissima individualità e grazie al Pmi day possono osservare direttamente le dinamiche aziendali e come funziona il processo produttivo, cose che a scuola non vedono e non sperimentano. L’obiettivo non è fare tante o poche ore di esperienza in azienda ma dargli un orientamento in modo che possano scegliere correttamente l’indirizzo scolastico. È necessaria la consapevolezza delle nuove generazioni perché osservando e toccando da vicino la realtà delle imprese possono comprenderne anche le criticità che dipendono dal contesto in cui si opera, come per esempio la burocrazia, la vera bestia nera per noi imprenditori».
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